“Aperitivo all’arsenico a Roma” di Dario Falleti

a cura di Francesco Bignardelli

Salve a tutti lettori e bentrovati a questa nuova recensione; portiamo un altro giallo edito dalla Fratelli Frilli Editore, scritto da Dario Falleti, intitolato “Aperitivo all’arsenico a Roma”.

Vi racconto subito cosa ne penso!


Continuiamo con l’estate di gialli, e torniamo alla casa editrice Frilli: nuovo thriller e nuova città, da Camogli, si passa a Roma, e vediamo stavolta come si evolve il romanzo.

C’è da dire che in questo libro la trama investigativa è chiara e comprensibile: un poliziesco che parte con un caso e lo eviscera, spiegando come si passa da un indizio a un altro, da un presunto colpevole a un altro, e dando chiarezza alla logica di causa effetto del protagonista; accanto a lui vi sono poi figure della polizia (come il commissario, personaggio principale attorno a cui gira il caso) specializzate in un proprio campo, e che portano a chiarire parte della storia, per quello che compete a loro.

Così per un lettore è più facile anche arrivare a delle sue riflessioni sul delitto o i delitti che avvengono nella storia, ed è un punto a favore importante, perché spesso di un caso narrato in un giallo, delle cose per il lettore rimangono un mistero non permettendo allo stesso di avere un suo pensiero sulla storia, ma dovendo aspettare la fine del libro per capirci qualcosa.

Il protagonista, il commissario Negroni, ha molte peculiarità: non è esagerata la caratterizzazione, ma ti da quelle informazioni di carattere e di comportamento che ti fanno apprezzare (o sennò detestare) chi dovrà risolvere il caso; non semplicemente un detective, ma è un uomo dello stato e, per raggiungere il suo scopo, deve anche rapportarsi con altri
organi superiori, e trovare il modo di allungare i tempi di una indagine, o superare le meccaniche burocratiche/politiche che rallentano il caso; tutta questa “vita da ufficio” dentro la centrale, si respira, e da respiro, anche se in minima parte, anche alle persone che collaborano con il protagonista.

Lo stile con cui lo scrittore ambienta tutta la storia è ottimo: non sai mai bene in che periodo è narrata la storia, e si passa da caratteristiche noir, a un’indagine in stile più moderna, in certi momenti si ha un’immagine quasi televisiva degli eventi, in altri ricorda dei vecchi gialli americani di metà novecento.

Sfortunatamente, però, la seconda metà del libro perde secondo me di mordente e l’indagine va avanti con molto sforzo: devo ammettere che alcuni passaggi dell’indagine non mi sono stati chiari, ma non perché non fossero spiegati, quanto perché la narrazione diventa ripetitiva e lenta, troppo lenta per qualcosa che parte così velocemente; insomma ad un certo punto pare che se la prenda comoda.

Infine, per quanto mi abbia intrigato, l’intreccio di indagine con la Germania e con la mafia ad un certo punto è stato troppo ingarbugliato, non l’ho capito totalmente e anche lì, per me, la cosa ha rallentato la trama.

Concludo dicendo che è una bella lettura, una bella storia: con qualche pagina in meno di investigazione nella seconda metà, e qualche pagina in più nel descrivere i personaggi secondari che girano attorno alla storia e al commissario Negroni, sarebbe stato quasi perfetto. Prende il lettore e lo attira a sé in una investigazione molto interessante, e approvo questo girare per Roma, questo sentire certi accenti e assaporare i suoi chiari e scuri.


Il professor Corradi, docente universitario di chimica e scienziato di fama mondiale, viene trovato morto nel suo appartamento per avvelenamento da arsenico. La delusione per la recente mancata assegnazione del premio Nobel costituisce un buon movente e i riscontri investigativi paiono confermare l’ipotesi di suicidio. Secondo il commissario Negroni, però, c’è qualcosa che non quadra. Corradi viaggiava molto, aveva rapporti di consulenza con alcune industrie, gestiva ricchi finanziamenti alla ricerca, conduceva una vita libertina sia prima sia dopo la separazione dalla moglie e nutriva una singolare passione per le cacce al tesoro. Un manoscritto, al quale il professore lavorava da un anno, risulta misteriosamente scomparso. Un giornalista free lance, anche lui


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