Alma di Federica Manzon

a cura di Daniela Tresconi

Amici del Bosco, ben ritrovati!

Oggi parliamo del romanzo intitolato ALMA, scritto da Federica Manzon e finalista alla sessantaduesima edizione del Premio Campiello 2024.

Il romanzo è un viaggio nella memoria di Alma, la protagonista, che racconta attraverso la sua voce i ricordi personali e quelli della ex Jugoslavia di suo padre, della sua famiglia, di Tito e della Guerra nei Balcani.

Luoghi che l’hanno vista bambina e donna e dai quali è fuggita come un esule, che desidera contemporaneamente il distacco ma anela all’appartenenza.

Ho dialogato con l’autrice all’interno della Rassegna Libraria organizzata dal Comune di Lerici, mi era stato chiesto se volevo conoscerla prima della presentazione, ho volutamente risposto di no.

Il suo romanzo mi ha costretto a riflessioni profonde: penso che un libro valga quando ti destabilizza, quando mette in dubbio le tue convinzioni e ti costringe a porti delle domande, Alma ha la strepitosa capacità di fare tutto questo.

Ogni pagina diventa lo spunto per affrontare un pensiero, chiedendoti se condividi quello che leggi tra le righe. Ho l’abitudine di evidenziare ogni pagina con piccoli post-it, ebbene nel libro di Federica Manzon ne ho messi moltissimi.

La storia e i ricordi

Comincerei dalla Storia, non intesa come quella raccontata nel libro ma la Storia con la S maiuscola: sono profondamente appassionata del passato, della ricerca , ho sempre pensato che attraverso la conoscenza della storia si potesse vivere meglio il presente. Attraverso le parole del padre di Alma l’autrice fa emergere un altro lato della medaglia.

Effettivamente la Storia può diventare un ostacolo alla nostra crescita, un peso per il nostro futuro? Quanto invece sono importanti i ricordi personali?

Le persone e i luoghi

Nessuno arriva per caso nella nostra vita, spesso chi incontriamo ci cambia, Alma pensa invece che a decidere tutto siano i luoghi, il ritornello della sua infanzia era sempre stato: la geografia ha sempre la meglio sulla storia.

I confini e la diversità: un romanzo profondo sul senso di accoglienza

Stamattina in spiaggia ho chiesto a molti cosa fosse un confine, le risposte sono state pressoché unanimi: il confine è il punto di divisione di due stati, è la linea che divide, solo un bambino mi ha detto che è il punto in cui ci si incontra.

Alma è abituata ai confini, impara da suo padre che proprio il confine ci consente di passare di qua e di là.

Nel romanzo il confine è sempre presente come un ponte, questo mi ha fatto commuovere.

La guerra

Una parte del romanzo è ambientata a Belgrado durante la Guerra nei Balcani, l’autrice non risparmia nulla, il conflitto emerge in tutta la sua terribile realtà: la crudeltà, gli omicidi, le carneficine.

Una considerazione a parte per lo stile:

ho immaginato di chiudere gli occhi e di sentire il suono che faceva l’apparecchio per proiettare le diapositive. Un click per ogni immagine, un romanzo molto visivo, uno scatto per ogni ricordo, con una scrittura quasi poetica.
Le parole sono sempre importanti e tra le righe c’è sempre della poesia.

Attendiamo l’esito della Giuria per il Premio Campiello.


Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. […]


Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento