Carissimi Book Lovers,
la pioggia insistente che cade sul bosco, la fresca aria della sera, la necessità di infilarsi tra le coperte e assaporare un buon libro, magari con qualche intrigo o mistero, mi fa pensare sia l’atmosfera giusta per leggere “La Biblioteca Perduta dell’Alchimista”, di cui vi lascio la recensione fresca fresca..
Autore: Marcello Simoni
Titolo: La Biblioteca Perduta dell’Alchimista
Editore: NewtonCompton
Formato: cartaceo e digitale (kobo e kindle)
Pagine: 329 per il cartaceo;
Prezzo: 9,90 € per la versione cartacea con copertina rigida; disponibile sul sito newtoncompton a € 3.99
ISBN 978-88-541-4148-3
Quali misteri nasconde il Turba philosophorum, il libro segreto degli alchimisti? È la primavera del 1227 e la regina di Castiglia è scomparsa in modo misterioso. Strane voci corrono per il regno e alcuni parlano di un intervento del Maligno. L’unico in grado di risolvere l’enigma è Ignazio da Toledo, grande conoscitore dei luoghi e delle genti grazie ai suoi numerosi viaggi tra Oriente e Occidente e alla sua capacità di risolvere arcani e antichi misteri. A Cordoba, dove Ignazio viene convocato, incontra un vecchio magister che gli parla di un libro che tutti stanno cercando e che potrebbe dargli indizi sull’accaduto. Ma il giorno dopo verrà trovato morto avvelenato. Le ricerche del mercante di reliquie partono subito fino al rinvenimento del mitico Turba philosophorum, un manoscritto attribuito a un discepolo di Pitagora, che conserva l’espediente alchemico più ambito al mondo: la formula per violare la natura degli elementi. L’incontro poi con una monaca e con un uomo considerato da tutti un posseduto, ma in verità affetto da saturnismo, indirizzeranno Ignazio verso il castello di Airagne e dal suo misterioso signore, il Conte di Nigredo. Qui è custodito un terribile segreto, ma non sarà facile mettersi in salvo dopo averlo scoperto…
L’ho letto: ecco cosa ne penso!
1227 – Primavera. La regina Bianca di Castiglia sparisce in modo misterioso e viene data la colpa del fatto al Maligno. Pare che l’unico in grado di risolvere il mistero sia Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie che viene convocato da Re Ferdinando III insieme ai suoi compagni di viaggio: la missione viene affidata al gruppetto, se non che la notte prima della partenza messer Galib, maestro di Ignazio ora al servizio del Re, rivela ad uno dei suoi compagni alcune sue indicazioni circa il Turba Philosophorum, famoso manoscritto che custodisce l’immenso sapere alchemico, e la sua connessione con il misterioso Conte di Nigredo. Galib verrà trovato morto all’alba, e di tale morte sarà accusato proprio Ignazio, fortuna vuole che l’inviato a scovare questa reliquia sia comunque riuscito a partire.
In ogni caso, Ignazio e Willalme partono insieme a Filippo di Lusignano alla volta di Tolosa, decisi ad incontrare il vescovo Folco, famoso esorcista, sicuramente in possesso di informazioni importanti circa il Conte di Nigredo che, con le sue malefatte, ormai sembra essere davvero una leggenda vivente.
Chiaramente il viaggio – meglio dire ‘i viaggi’ perché le missioni sono due e contemporanee – non sarà facile, si rivelerà essere pieno di insidie e di particolari collegamenti che renderanno i tutto affascinante, coinvolgente e piacevole: i colpi di scena si intrecciano, le trame si arricchiscono ed il finale risulterà poi essere inatteso.
Da fan quale sono di Marcello Simoni non avevo alcun dubbio circa la lettura della seconda puntata de “La Trilogia del Mercante”: ho trovato piacevoli le scoperte e i sotterfugi, le descrizioni degli ambienti e dei personaggi che, mano a mano che si affronta la storia, si fanno sempre più accattivanti. Il personaggio di Ignazio, soprattutto, viene maggiormente approfondito e questo consente al lettore di acquisire maggiore affinità con lui, persino potendone capire le scelte e azioni.
Non aggiungo altro, poiché la saga ancora deve finire…