“Il Figlio del Drago” di Stefano Mancini

Amici Lettori,

con immenso piacere condivido con voi la lettura di un Fantasy secondo me.. meraviglioso!

Sto parlando del primo capitolo della trilogia di Stefano Mancini intitolato IL FIGLIO DEL DRAGO.

Quando dico che è “meraviglioso” è perché la lunghezza del romanzo, che mi ha scoraggiata inizialmente, non pesa assolutamente ed anzi, tutto scorre in maniera favolosa tanto da appassionare il lettore.

Bene, andiamo con ordine!!

IL FIGLIO DEL DRAGO 

di Stefano Mancini

Linee Infinite Editore | Formato: Cartaceo 

Prezzo: 15 € | Pagine: 566 | ISBN: 978-88-6247-123-7

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Con la morte di re Aurelien, l’eroe che aveva realizzato l’Età dell’Oro, e l’ascesa al trono del figlio Kalanath,capace di sfruttare un pretesto per rompere l’alleanza con i nani, si era chiuso il precedente romanzo “Le paludi d’Athakah”. Il secondo, atteso capitolo, più che godibile anche da solo, riprende tuttavia la storia da dove si era interrotta, da quel reciproco scambio di accuse tra elfi e nani che in breve sfocerà in un prevedibile quanto drammatico conflitto. Ma né gli uni né gli altri sono pronti all’enorme tributo di sangue che la guerra richiederà. E così Kalanath non esiterà a pre­tendere che suo fratello Aethorn compia un’impresa forse ai limiti delle sue possibilità: rintracciare e richiamare in guerra gli antichi draghi. E i due re nani Thorsen e Drogo arriveranno a offrire oro e acciaio per comprarsi l’alleanza degli uomini: numerosi e spregiudicati, il loro intervento potrebbe decidere le sorti della guerra; ma la loro parola è mu­tevole e fidarsene potrebbe essere un errore. Il tutto mentre le ricerche di Odhemis Shani finiranno per gettare nuove ombre sulla morte di Aurelien. Perché in questo epico affresco fantasy trappole e inganni si nascondono a ogni pagina. E le azioni dei suoi tanti protagonisti sveleranno a poco a poco gli intrecci di una trama originale e accattivante, decidendo le sorti di una guerra la cui eco è destinata a risuo­nare per l’eternità.

Per la prima volta dopo un anno e più che ho aperto il mio blog, mi sono trovata davanti un Fantasy che non cerca di emulare i grandi del genere: dico questo perché nel romanzo IL FIGLIO DEL DRAGO l’autore sceglie una sua trama, i suoi eventi, che sono totalmente diversi da quelli noti leggendo Brooks, Tolkien o chi altri. ^^

Con questo non sto dicendo che finora ho letto scopiazzature eh, assolutamente (che sennò Gianluca Malato o Andrea Micalone – che scrivono altrettanto bene – avrebbe giustamente da ridire!), sto semplicemente dicendo che l’excursus della storia è molto originale.

Inizialmente il popolo degli Elfi e quello dei Nani sta trascorrendo un periodo di tregua: si sono appena conclusi i giochi sportivi e, quindi, l’idea di riaprire un conflitto non è assolutamente considerata. Certo, le due razze non si amano granché, ma entrambi i fronti sono disponibili a respirare tranquillamente e riprendere le cose con calma. Tutto sarebbe normale, tutto sarebbe troppo semplice, non fosse che per una scaramuccia esce qualcosa di molto più grosso? Da quello che doveva essere una contesa persino divertente, ne nasce uno scontro in piena regola ed un Nano viene barbaramente ucciso da un Elfo.

Sarà per questo motivo che la delegazione Nanica raggiunge re Kalanath, Signore del popolo Elfico dei ryn, richiedendo che l’elfo colpevole sia consegnato ai Nani per sottoporsi a processo e, quindi, venir giudicato secondo le leggi naniche. Va da sé che il re degli Elfi non accetta minimamente l’idea che uno dei suoi debba essere sottoposto a giudizio nanico e, quindi, rifiuta l’offerta. Questa chiacchierata diplomatica, che si svolge con toni tutt’altro che amichevoli od anche solo minimamente intenzionati a sbrigare in fretta la tenzone, non va assolutamente a buon fine: l’orgoglio di entrambe le nazioni è così forte che li spinge a cercare di avere la meglio abbracciando le armi.

“Sei stato tu ad insegnarmi che la guerra, qualunque guerra, ha il suo prezzo. In molti moriranno perché i nani sono guerrieri temibili. Ma non possiamo mostrarci deboli solo er paura del costo che la forza ci richiederà.

Un giorno, quando questa guerra sarà finita e gli elfi domineranno da soli il mondo, anche tu vedrai negli occhi di Kalanath quello che ho visto io.”

Non manca la strategia Nanica, pronta ad avere la meglio su quella Elfica: entrambe le razze dimostrano capacità, forze, intelligenza e belligeranza tali da poter partecipare ad uno scontro.

SE i Nani, sfacciatamente, tirano fuori Armi da Assedio pronti a sconfiggere le retrovie nemiche, gli Elfi cercano il supporto dei Draghi, antiche creature che, un tempo, combatterono insieme agli Elfi. Infatti Kalanath manda il fratello a cercare di convincere gli antichi Draghi a suggellare una nuova alleanza, così da combattere contro i Nani e batterli. Certo non è facile l’impresa affidata al giovane Aethorn che, insieme al sapiente Odhemis, si avventura seguendo le leggendo e cercando il contatto con queste strane creature che, col tempo, hanno consolidato una vera e propria comunità draconica. Riuscirà a convincerli ad unirsi a loro? Chissà…

“Un guerriero può allenarsi una vita intera e arrivare a padroneggiare l’uso dell’arma scelta come un dio. Ma il destino potrà sempre decidere di essere un gradino al di sopra delle sue abilità. Sempre.”

Quelle parole sembrarono ricordargli che in battaglia non erano ammesse distrazioni. Mai. Pena la morte.





“Non ci sarebbe stato disonore nel morire in battaglia. Il mio popolo mi avrebbe ricordato per sempre come il re coraggioso e indomito. Il sovrano che si era battuto fino alla morte contro un nemico soverchiante per numero e potenza.

Tu mi hai tolto questa gloria! E non hai nemmeno il buongusto di scusarti!”





“[…] I draghi sono esseri eccezionali, creature superbe. Ma non sono animali. Hanno caratteri ed emozioni molto simili a noi ed è forse per questo che la loro stirpe è così legata alla nostra. Nemmeno tu con il tuo carisma saresti riuscito a convincere un drago a fare qualcosa contro la sua volontà.” 

Aethorn raggiungerà il fratello sul fronte Nanico, pronto ad affiancarlo in battaglia.

Se gli Elfi sono agguerriti, i Nani non sono da meno.

L’assedio e la campagna durano persino alcuni anni, anni in cui assisteremo a battaglie memorabili, a scontri mozzafiato, dove i personaggi principali avranno i loro momenti di gloria mentre intorno a loro si consuma una battaglia avvincente e senza esclusione di colpi.

Non solo la gloria coprirà il capo dei nostri eroi, poiché mentre i due fronti si fanno guerra sino all’ultimo sangue, ognuno col fermo desiderio di conquistare il popolo opposto, ma alla Corte degli Elfi c’è qualcosa di misterioso che dev’essere svelato: davvero re Aurelien il Grande è morto per malattia? O forse qualcuno ha cospirato alle sue spalle? Qualsiasi sia la verità, la Regina vuole sapere e, se necessario, fare giustizia.

“Ogni vincolo di fratellanza era venuto meno, ogni legame di amicizia era stato reciso. L’avversario si era tramutato in carne da macellare e il una vita da strappare. Nient’altro. Sarebbe dovuto essere un pensiero frenante, invece i guerrieri proseguivano incuranti di quello spettacolo pietoso, galvanizzati da quelle immagini non meno che dall’odore di morte che permeava l’aria.”

Con un romanzo accattivante, Stefano Mancini dimostra grandissima padronanza del Fantasy: come dicevo inizialmente, si distingue dai ‘big’ del genere perché sviluppa una storia in maniera diversa dal solito.

Siamo infatti abituati che il romanzo fantasy sia strutturato e caratterizzato dal viaggio, dalla ricerca di oggetto magico, dallo scontro col cattivo, dalla battaglia che fa da contorno e da un tempo indefinito in cui avviene l’intera storia. In questo caso, invece, la battaglia è la protagonista della storia, entro cui si muovono i personaggi che hanno storie e caratteri ben definiti e diversi, che sono costruiti in maniera tale da accattivare il lettore.. non c’è uso di magia spropositato e malfatto, sebbene qualcosa sia stato inserito per stuzzicare l’attenzione di chi legge. Non c’è il viaggio, e questo è già una enorme differenza da Tolkien e Brooks, ad esempio!

Nani ed Elfi, in questo episodio, non vanno d’accordo.

Ciò non significa sia la regola.

Eppure è bellissimo vedere come l’intera storia si sviluppi in un certo qual modo, come i personaggi prendano colore, si caratterizzano, mostrano il loro valore e i loro difetti..

Re Kalanath è, in assoluto, il personaggio che mi è stato più antipatico dall’inizio alla fine. Siamo abituati a vedere Elfi determinati, impassibili, molto impostati e rigidi, questo Re Elfico, invece, è molto duro, tosto, talvolta arrogante, altre presuntuoso. Insegue sogni di gloria e, secondo me, nasconde un lato oscuro..

I suoi fratelli vivono nell’ombra della carismatica figura del leader di Re Kalanath, non perché non abbiano una loro personalità, quanto perché l’altro è talmente forte da voler fare di tutto per dominare su chi lo circonda.

I Re Nani, che sono due, discendenti di due divinità naniche, si compensano bene: Drogo e Thorsen faranno del loro meglio per tenere a bada l’orda elfica che si riversa assediando le città rocciose e dimostreranno come l’orgoglio nanico, l’architettura e la strategia militare non sia per nulla inferiore a quella elfica.

Se la parte grande della storia è in questo enorme e lungo conflitto Nani vs Elfi, l’intero romanzo non si limita a descrizioni straordinarie degli scontri campali, né a consentire al lettore di percepire l’adrenalina della battaglia oltre che il dolore di certe ferite.. no affatto: vi sono accattivanti frammenti di quel che avviene, in contemporanea agli eventi cardine, in altre situazioni del regno del Laomedon, sia per quanto riguarda la parte elfica che nanica.

Personaggi saggi, femminili, magici e non mettono pepe all’intera storia alleggerendo così qualcosa che, altrimenti, sarebbe faticosa da apprezzare poiché un assedio non è mai facile da scrivere quanto da leggere.

Il libro mi è piaciuto moltissimo: si dovrebbe sporgere una copia anche a Peter Jackson, sia mai rimanga affascinato tanto quanto lo sono rimasta io e gli venisse l’idea – sublime! – di cimentarsi in una nuova trilogia fantasy da portare nei cinema. Sono sicura che gli scenari della Nuova Zelanda ed un cast ben studiato saprebbero dare lustro ad una storia ben fatta: non spaventatevi dal numero di pagine, poiché acchiappa davvero! E ve lo dice chi a metà de “La Spada di Shannara” (di T. Brooks) e de “Il Signore degli Anelli” (di J.R.R. Tolkien) ha abbandonato la lettura per ricominciarla poi dopo diversi anni dal primo tentativo.

Unica difficoltà: leggere alcuni nomi (quello del drago specialmente XD) ma, noterete anche voi, è davvero un leggerissimo difetto!

Per completare la trilogia non mi resta che leggere LE PALUDI D’ATHAKAH (il prequel, quindi narrante eventi antecedenti quelli contenuti ne Il Figlio del Drago) e IL CREPUSCOLO DEGLI DEI (l’ultimo capitolo, che ci consente di concludere le gesta eroiche di questi personaggi straordinari): solo allora potrò dare un giudizio complessivo.. ma considerando la partenza, siamo già a metà dell’opera!

I complimenti vanno all’autore STEFANO MANCINI, che ha realizzato il primo capitolo della saga in maniera straordinaria, accattivante, coinvolgente e maledettamente piacevole! BRAVO! Era da un po’ che non leggevo niente di così.. esaltante! 😀

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