“La Profezia del Libro Perduto” di Martin Rua [Recensione]

Amici Lettori,

ho il piacere di annunciare l’avvenuta lettura del nuovo romanzo di Martin Rua intitolato LA PROFEZIA DEL LIBRO PERDUTO edito da Newton Compton: il primo capitolo di una nuova trilogia esoterica, affascinante e decisamente molto particolare.

LA PROFEZIA DEL LIBRO PERDUTO 

di Martin Rua

Newton Compton Editori | Ebook: 4.99 € – Cartaceo: 7.90 €

336 pagine | Thriller | Prophetiae Saga

Uscito il 16/06/2016 

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Avignone. Nel canale della storica rue des Teinturiers viene trovato il cadavere barbaramente trucidato di una giovane donna, Danielle Gassonet, agente letterario di molti scrittori di successo. A capo dell’indagine c’è il commissario François Ozouf che intuisce subito un possibile movente. La Gassonet, infatti, lavorava per Luc Ravel, un misterioso autore di thriller a tutti noto solo attraverso i primi due libri di una trilogia da milioni di copie. Romanzi che sembrano contenere delle autentiche profezie sul destino del mondo. Affiancato dall’ispettore Picard e dall’esperta di terrorismo Khadija Moreau, Ozouf avvia un’indagine lampo per trovare l’oscuro scrittore e costringerlo a collaborare con le forze dell’ordine. L’obiettivo è incastrare l’assassino di Danielle Gassonet, ma anche impedire che si avveri un funesto presagio, contenuto proprio tra le pagine dei libri di Ravel. Una tremenda catastrofe che minaccia di abbattersi su tutta l’Europa. È una vera e propria caccia all’uomo, che conduce i protagonisti tra le calli di una Venezia avvolta nell’inquietante atmosfera di un freddo Carnevale, una corsa contro il tempo e un crescendo di tensione: il mondo è in pericolo, ma tra le righe dei romanzi di Ravel è nascosta la chiave per la salvezza. 


 L’Ho Letto: Ecco Cosa Ne Penso!

Ad Avignone viene rinvenuto cadavere il corpo di Danielle Gassonet, agente letterario di molti scrittori di successo tra cui Luc Ravel, misterioso autore di una saga ancora incompleta e che, presto, pubblicherà il suo terzo e ultimo capitolo.

L’indagine viene affidata al commissario François Ozouf che collega subito quell’omicidio all’autore famoso e misterioso: sì, poiché i romanzi paiono contenere particolari profezie sul destino del mondo, andando a toccare scomodi individui, giocando di anagrammi e dipingendo molte situazioni come cospirate da uomini politici disposti a qualsiasi cosa pur di mettere in atto chissà quale tremendo e diabolico piano.

Certo è che non c’è da escludere come nella cosa siano coinvolti i terroristi: la donna è ebrea, e vista la situazione delicata del Paese non si può far finta di niente.

Motivo per cui la squadra conquista Khadija Moreau, esperta in terrorismo mandata dai servizi segreti che, affiancata dall’ispettore Picard, dovrò fare luce per cercare di scovare in tempi brevi l’oscuro e misterioso scrittore e da lì capire quel che è accaduto: scovare l’assassino della Gassonet non sarà facile, affatto.. soprattutto se non si conoscono alcuni delicati fatti.

Fin qui, direte voi, dov’è la faccenda esoterica?

Eh.. e fate bene a chiedervelo, perché in alcuni libri non si assapora nulla di insolito se non verso la fine, invece Martin Rua riesce, già dalle prima pagine, a far comprendere come vi sia dell’anomalo ad arricchire il suo intreccio: la particolarità è proprio nel protagonista, Luc Ravel, che rimane nelle retrovie almeno nella prima parte, dando il ruolo di primadonna a Ozouf per poi, in uno dei momenti più coinvolgenti e cruciali, prendere le redini della situazione e cambiare così il punto di vista della narrazione.

“No, Ravel dava una patina di fantasia ai suoi scritti ai fini della finzione letteraria, ma il nemico da lui descritto era ben definito e reale.”

Luc Ravel, autore di questi meravigliosi e misteriosi libri, capaci di scaturire l’ira di potenti individui manipolatori di Francia, è portatore di un dono particolare: la visione. Egli riesce ad avere – e ricordare! – delle visioni, riuscendo a varcare lo spazio/tempo e poter così viaggiare in dimensioni non consentite agli altri: in questi ‘viaggi’, non solo ha modo di vedere quello che succede, ma pare riuscire a cogliere dettagli di eventi passati e persino futuri. Il problema è che spesso e volentieri non è fattibile collocare quando accadranno gli eventi per lui ‘già visti’ e, quindi, se ancora non accaduti, considerabili come profetici.

Più volte è vittima di qualcosa di spaventoso e pericoloso.. e se il tentativo di avvertire le genti avviene tramite alcuni episodi trascritti nei suoi romanzi, vi sono alcuni passaggi che sono impossibili da rivelare. Come, ad esempio, una discendenza piuttosto delicata e curiosa ed una famiglia disgraziatamente colpita dalla sventura – e non solo!

“Nelle mie vene, nelle vene di mio figlio e della mia famiglia scorre il sangue di un personaggio della storia francese piuttosto controverso, un uomo che ha lasciato a tutti noi, suoi discendenti, un dono che è anche una maledizione.”

Con piacevoli spaccati del periodo storico in cui visse il grande Nostradamus, che intervallano la narrazione sin troppo moderna e pressoché inquietante – gli attacchi terroristici sono decisamente ben descritti, così come le organizzazioni dei kamikaze e i programmi per sconquassare l’equilibrio dei luoghi e della gente – considerando che sono citati fatti avvenuti realmente e non troppo tempo fa, che viene scandito un tempo volontariamente non definito (non si menziona mai l’anno in cui avvengono i fatti) ed è tutto tremendamente realistico e fatto con un umano rispetto: quando dico che è ‘inquietante‘ lo dico in maniera positiva, dal momento in cui percepisco quell’aroma drammatico sulle mie labbra, quell’angoscia, quel dolore, quelle sensazioni tragiche e terribili che ho visto in tv nei vari servizi al telegiornale nel leggere quanto scritto da Martin Rua in determinati frammenti. E’ fatto tutto maledettamente bene: Luc Ravel si dimostra essere poliedrico, multitasking, una rivelazione dopo l’altra; i poliziotti e le forze dell’ordine dimostrano di essere capaci e di essere persone, cose che spesso noi dimentichiamo di considerare nei vari romanzi; e poi vi è l’incastro, perfettamente riuscito, con i due tempi di narrazione: presente e passato si amalgamano bene lasciando al lettore la possibilità di comprendere e snocciolare gli eventi attuali grazie a quelli già avvenuti.

“Sembrava quasi che il carnevale fosse stato inventato per permettere ai killer di aggirarsi indisturbati tra la folla.”

Il finale è semichiuso: da chiaramente ad intendere vi sia un secondo capitolo, ma che quest’avventura abbia trovato la soluzione.

Il terzo libro di Luc Ravel sarà pubblicato?

Chissà.. dovete leggere il romanzo per scoprirlo! 🙂

Con una narrazione coinvolgente, una trama innovativa ed un ritmo molto incalzante, Martin Rua apre una nuova trilogia invitando i lettori a osservare con occhio critico gli eventi attuali, cercando di invitare il lettore a riflettere, a guardare oltre, a non limitare la visione del mondo ma aprire la mente e lasciare la fantasia possa, talvolta, contribuire a mitigare il tutto..

Egli mette in campo la buona musica (sì, il protagonista si chiama Ravel proprio come l’autore del famoso ‘Bolero’), i fatti agghiaccianti attuali, la politica.. riscopre l’alchimia, i viaggi astrali, i doni e le maledizioni, passando per la famiglia, la disabilità e molto, molto altro ancora.

Aspetto il secondo capitolo.. perché il primo, come immaginerete, mi è piaciuto da morire!

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