Salve a tutti lettori e benvenuti a questa nuova recensione.
Oggi sono qui per proporvi “Oltre i Confini” di Noemi Gastaldi, trilogia
iniziata con questo primo libro che s’intitola “Il tocco degli spiriti antichi”
auto pubblicato dalla scrittrice stessa.
Il tocco
degli spiriti antichi
di Noemi
Gastaldi
Anno di
pubblicazione: 2012| pagine 250/302Venduto da Amazon in
forma Ebook o cartaceo.Costo: formato Kindle
0,91/ cartaceo 9,51
Lucilla
soffre di allucinazioni fin da quando era molto piccola. Francesca è in grado
di viaggiare tra due mondi: la realtà materiale e quella immateriale sono
separate da un velo sottile, e lei è capace di squarciare questo velo. Lucilla
e Francesca dovranno vedersela con gli Spiriti Antichi, creature inumane, che
vivono esclusivamente per soddisfare la propria perversa natura…
Cosa mi è piaciuto
Partiamo
come sempre dai punti positivi, e di certo uno è l’originalità della trama.
Questo libro fatico un po’ a inserirlo in un genere per cui lo definirei
semplicemente con il termine “fantastico”; ovvero un grosso insieme di libri
che vanno a toccare varie cose del fantastico. Di certo non è un libro fantasy,
né un vero è proprio libro di ambito esoterico; qui soprattutto nella prima
metà del libro, l la questione degli spiriti e del mondo degli spiriti, luogo
immateriale raggiungibile in sogno, come se fosse un mondo onirico, è sollevata
ma con attenzione toccando delle cose senza appesantire troppo la trama. Come
viene descritta la storia, i personaggi principali (pochi ma di certo già
consolidati in questo primo libro) oltre a questa insolita trama che mantiene
una forte nebulosità non tanto sulla trama stessa quanto a come compararla,
rendere la lettura particolare, perché non sai esattamente dove l’autrice
voglia andare a parare. Ovvio è un rischio perché basta un errore e una
disattenzione e perdi il filo della storia, ma in questo caso non accade. La
trama, seppur enigmatica, ti prende e ti porta a voler capire bene lo sviluppo
di una situazione che potrebbe sembrare a tratti statica, ma è semplicemente
una descrizione molto diversa dal solito di un mondo immateriale, dove vivono spiriti
animali o di altro tipo.
Altra
cosa che personalmente mi è piaciuta è l’uso della terminologia, a tratti
veramente antica ma pregevole come a dare anche un tocco di raffinatezza alla
lettura: termini come “belve”, “amante” o anche il termine con cui vengono
definiti i protagonisti, ovvero “viator” o “viator lucis“ mi è piaciuto, anche
per dare un senso di lontananza tra un mondo reale, che è molto materiale e
anche fin troppo moderno, rispetto al mondo degli spiriti, che è invece
immateriale, onirico e quindi per descriverlo o per parlare di ciò che riguarda
quel mondo o chi ne fa parte con i propri viaggi, sembra giusto usare una
terminologia più ricercata.
Cosa non mi è
piaciuto
Ciò
che mi ha lasciato invece perplesso e con l’amaro in bocca, è lo scorrimento
della storia, dal punto di vista della lettura. Si ha la sensazione in certi
momenti, infatti, che si corra velocemente, e non tanto perché la storia in
certi punti prende così tanto che ti mangi le pagine, ma proprio si ha la
sensazione che la storia acceleri, come se ti obbligasse a rendere più veloci
occhi e mani per leggere il più velocemente possibile la lettura. Poi da un
capitolo all’altro, rallenta di botto, e anche qui, non perché si passa a un
tratto di trama noiosa, ma proprio quello che leggi ti fa rallentare tutto di
colpo, per poi riavere più avanti tratti di lettura veloce, e viceversa. Sembra
stupida la cosa descritta così, ma è la sensazione che ho avuto, e che non mi è
molto piaciuta, come se avvenisse qualcosa che mi accelerasse, e decelerasse la
mia lettura. E non so dire esattamente come, perché è la prima volta che mi
accade una cosa del genere. Oltretutto l’altro problema che ho notato è la
parte finale del libro e la conclusione stessa. Sempre colpa di una forte
accelerazione di trama, ma con l’aggiunta di un finale, che non è ben
descritto, come se tutto viene velocizzato talmente tanto che si perde il filo:
avvengono troppe cose contemporaneamente i combattimenti a differenza della
metà del libro, sono descritti poco chiaramente e il finale…non è un finale;
non dico che non si conclude in modo delineato, perché questo era il primo
libro di una saga, ma sembra che tutto diventi estremamente astratto, un po’
come il mondo metafisico degli spiriti, e forse c’è qualche collegamento a
riguardo, ma niente di più.
E a
questo giro niente gufetti. Scelta dettata non per definire il voto, ma perché
sono rimasto troppo perplesso dopo questa lettura. A volte sembra strabiliante,
a volte è una lettura troppo lenta, a volte mediocre a volte geniale…troppi
cambiamenti per definire un voto preciso, o anche adeguato per quello che ho
letto. Ciononostante è una lettura molto affascinante, un nuovo modo di esporre
un mondo degli spiriti molto interessante, che spero venga sviluppato ancor di
più nel secondo e nel terzo libro della saga.