“Ti ho cercato tra le nuvole” di Federica Loreti [Recensione]

Amici Lettori,

il 18 novembre 2016 sono stata a Carmagnola (To) per la presentazione del romanzo TI HO CERCATO TRA LE NUVOLE di Federica Loreti, promosso da Les Flaneurs Edizioni (Clicca Qui per leggere l’evento): ebbene, nemmeno un mese dopo ho scelto di leggere il libro..

Due giorni, perché in uno solo non potevo dedicare il tempo necessario, e le pagine sono letteralmente volate, una dietro l’altra, lasciandomi nel cuore davvero tanta roba..

Sedetevi comodi, vi racconto com’è andata..

TI HO CERCATO TRA LE NUVOLE

di Federica Loreti

Les Flaneurs Edizioni – 12.00 € – 150 pagine

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Sotto il cielo di Torino stanno per incrociarsi le storie di tre adolescenti apparentemente diversi, ma del tutto simili. Antonio è un ragazzo che pensa di essere troppo grande per la sua età, non capisce a cosa serva la scuola e vive la sua vita per strada; Roberta ha appena iniziato il liceo e sta cercando di lasciarsi alle spalle un trauma che ancora la tormenta; Giada ce l’ha col mondo perché non ha posto per lei e ha deciso di rifugiarsi nell’assoluto silenzio, come per proteggersi dagli altri. Ciascuno indossa una maschera che, col passare del tempo, comincia a diventare troppo stretta, ma chi avrà il coraggio di toglierla? Federica Loreti intesse una storia forte che racconta di adolescenza, emozioni e paure, affrontando anche la tematica del bullismo e rivelando come, dietro l’apparente diversità, si nasconda lo stesso desiderio di appartenenza al mondo.


La Mia Opinione

Antonioha diciannove anni, è ripetente, è figlio di genitori separati poiché il padre ha preso una cotta per un’altra donna e lui vive con sua madre. Non gli interessa la scuola, anzi.. preferisce andare in giro con il suo migliore amico, vivere alla giornata, fare sega a scuola e ficcarsi nei guai.

Robertaè molto più giovane di Antonio, è al suo primo anno di liceo, ha cambiato città da poco, ha un’infanzia distrutta a causa di un trauma terribile che deve ancora superare. Lei il papà non ce l’ha più, perché certe cose non le devono fare i padri. Vive con la mamma, è figlia unica, e deve ancora trovare il suo posto in questo mondo.

Giadainvece ce l’ha con tutti. E’ furiosa con tutto ciò che le ruota attorno: non le interessa nulla della scuola, non le interessa socializzare, non vuole nemmeno accettare il nuovo compagno di sua madre che le è capitolato in casa molto presto, rispetto alla morte di suo padre ma.. non è solo quel dramma a logorarla all’interno, no, assolutamente.

Giada ed Antonio frequentano la stessa classe. Sono anche compagni di banco e inizieranno così a condividere una quotidianità particolare: Giada imparerà a scoperchiare un poco il suo Vaso di Pandora, conoscendo Antonio lascerà che il ragazzo possa entrare dolcemente nella sua vita.. diventano amici. L’amicizia, però, è un sentimento che va coccolato con molta cautela, va seguito, affettuosamente, giorno dopo giorno, un passo alla volta, con dolcezza e premura..

Antonio arriverà a conquistarsi la fiducia di Giada che rivelerà quel segreto, segreto che già è spifferato tra i corridoi di scuola e che, infatti, si infilerà tra Giada e Roberta compromettendo quello che inizialmente è un rapporto molto curioso: entrambe hanno bisogno di sicurezza, di dolcezza, di normalità.. eppure tutte e due, una perché ‘strana’, l’altra perché ‘è nuova’, ancora non hanno e non trovano.

Leggendo qui magari vi state chiedendo: e quindi? Dov’è il problema? Hai detto che si parla di bullismo ma qui.. dov’è?

C’è c’è, perché i nostri tre protagonisti non vivono sotto la campana di vetro anzi, sono costretti ogni giorno ad affrontare l’ambiente scolastico che si rivela essere una vera e propria giungla: Carlaè la stronza della situazione, sembrerà forte il termine ma non saprei trovarne uno che possa descriverla meglio.

“Allora, che ne dici? Non porti Roberta in quel locale?”

Antonio si aspettò una scenata da parte dell’amica, ma Giada, semplicemente, passò oltre Carla e Ludovica senza degnarle né di sguardi né di risposte.

Questo atteggiamento colpì nel segno: Carla era furibonda. Antonio la vide chiaramente diventare rossa, guardarsi intorno per controllare di non aver perso pubblico e voltarsi per dare sfogo a tutta la sua cattiveria: “Ora quelli come te non sanno nemmeno parlare?”.


[…]


Proprio quando il discorso sembrava essere arrivato a un punto morto e Carla non sapeva più che dire, una voce sottile emerse dal silenzio: “Non è lei che non parla, sei tu che parli troppo”.

Roberta si era avvicinata con sguardo serio. Giada, sentendo la sua voce, si era voltata per osservare cosa che sarebbe accaduto.

Carla non sembrò apprezzare l’intervento di Roberta: lei voleva provocare Giada. […] Giada era una preda ambita perché, quando dava in escandescenza, poteva essere facilmente ricoperta di ridicolo.

Quella che ho citato è solo uno degli episodi che coinvolge il nostro trio. Episodi che accadono nei corridoi scolastici, quindi sotto gli occhi di tutti. Episodi che diventano ormai una routine decisamente pesante, tanto da far passare la voglia di andare a scuola, e lo dico per esperienza personale purtroppo. 

Carla è un personaggio che probabilmente troviamo in ogni scuola, e forse anche in più di una classe. Un personaggio insipido, che non ha interessi se non guardare gli altri per poter trovare in loro qualcosa di diverso da sé, qualcosa di curioso, magari scoprire punti deboli da usare per divertirsi. Certo, il bullo non ha altro da fare se non passare il tempo così.. a divertirsi. Chissenefrega se la sua vittima soffre, lui/lei si diverte. E lo fa soprattutto se riesce a riscuotere successo: lo scopo è duplice, sempre.. indebolire e schiacciare il prescelto e, al tempo stesso, intimidire gli altri che, vendendolo forte e migliore, sceglieranno l’essere amico suo piuttosto che mettersi contro.

Difficilmente qualcuno fuori dal gregge prende le parti della vittima, difatti Roberta ed Antonio saranno avvicinati da Clara che cercherà di fare loro il cosiddetto lavaggio del cervello sicché desistano nel condividere lo spazio con Giada. Giada va lasciata sola perché nuoce gravemente alla comunità. I motivi? Futili, che però vengono pesantemente esagerati dal bullo che cercherà di isolarla senza mezzi termini.

L’amicizia sarà l’unica àncora di salvezza per Giada, anche se purtroppo non basterà: ammirevole sarà l’impegno di Antonio e Roberta che davvero dimostreranno di tenere alla loro amica accettando le sue ‘stranezze’ e lasciando che i sentimenti sinceri siano vissuti appieno.

Sentiva e leggeva spesso frasi sul web in cui si diceva che chi critica gli altri vuole nascondere i propri difetti portando l’attenzione su quelli altrui, ma restava comunque un fatto: le critiche erano pesanti da sopportare e le parole ferivano sul serio.

Confesso che è difficile raccontare di questo romanzo senza fare spoiler: ogni personaggio ha una sua personalità, un carattere, pur essendo giovane. Carattere nato dall’esperienza che la vita ha offerto. Non tutti hanno una vita facile, ognuno ha le sue problematiche e le sue sofferenze.. andare avanti, nonostante le difficoltà, non è facile per niente. Eppure se sul percorso dell’esistenza ci si imbatte in individui stupidi e inutili, si rischia di peggiorare la propria situazione e di lasciare che loro ci annientino..  Non posso dirvi cosa succederà ad Antonio, Giada e Roberta, posso solo dire che di persone come Carla è pieno il mondo: se conoscete qualcuno come Lei non datele retta, non appoggiate, non fate il branco.. è quella gente che va isolata, sono loro i deboli, sono loro che non sanno come riempire le giornate quando basterebbe leggere un bel libro senza rompere le scatole a nessuno. Non è rovinando la vita agli altri che si è migliori. Né ora né mai.

Federica Loreti è maledettamente brava a realizzare uno spaccato di quotidianità reale e concreta, toccando con mano ciò che succede ai nostri giovani praticamente ogni giorno. Non venite a dire che il bullismo non esiste, che vostro figlio certe cose non le fa, che è la scuola a doversi prendere le responsabilità.. no. Vostro figlio si trasforma, una volta uscito di casa. Vostro figlio diventa irriconoscibile davanti ai vostri occhi e voi, genitori, che non sapete che pesci prendere, che faticate a fare il lavoro di educatori che non è semplice, lo ammetto.. voi, insegnate a vostro figlio il rispetto: verso tutti, perché la mia libertà finisce dove inizia quella altrui, sempre. Non è la prepotenza, l’arroganza, la violenza a rendervi migliori di altri, a rendervi meritevoli di attenzioni, a farvi conoscere, a conquistare gli altri, a differenziarvi dalla massa no.. è l’intelligenza la carta da usare, e questi atteggiamenti barbari non hanno nulla a che vedere con l’intelligenza.

Un enorme grazie a Les Flaneurs edizioni è il minimo: per aver pubblicato questo romanzo e aver consentito a Federica Loreti di gridare a modo suo NO AL BULLISMO.

Leggetelo. Leggetelo se siete adulti, se siete genitori, se siete studenti, se siete figli..
Leggetelo se siete insegnanti, portatelo nelle scuole, fate conoscere ai vostri ragazzi le storie di Antonio, Giada e Roberta: ognuno di loro ha qualcosa dentro di sé, un mix di vulnerabilità, maturità, dolcezza e bisogno dell’altro.. perché è facendo squadra che si è vincenti, ma non per maltrattare gli altri quanto per condividere quei malesseri che abbracciano alcuni di noi.

“[…] Provare dei sentimenti non è complicato, è inconscio. E non venirmi a dire che non è normale! Come si fa a dire se una cosa è normale?”

Cinque gufi, perché sei non ne ho.. ma al di là del voto numerico, questo libro va letto per comprendere meglio quello che è un problema sociale sottovalutato ma dannatamente comune.

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