Le frittate alle cipolle di Guido Alberti, l’invenzione delle uova benedict, un esilarante intervento di Emilio Gualdi alla radio britannica, menzogna e uova in Federico Fellini, i racconti ritrovati di Carlo Sperati, il soufflé e il declino dell’occidente nelle cartoline di Bartolomeo Polidoro, una curiosa lezione di Norton Bernard sull’uovo in Hamlet.
Inutile cercare di classificare questa raccolta.
Non si tratta propriamente di racconti, semmai è il caso di parlare di resoconti, e neppure troppo attendibili. Certamente questo non è un libro di cucina. Forse l’unica sua certezza risiede nel fatto che qui si parla di uova. Per il resto è un po’ come in uno di quei pasticci di spaghetti che sanno fare così bene a Napoli: sono le uova a tenerlo insieme; e dentro poi, puoi trovarci di tutto.
In questi sette pezzi, in parte usciti sul supplemento «Domenica» de «Il Sole 24 ore», Nucci ci parla delle uova, ma lo fa quasi per spiazzare il lettore, con l’intento di portarlo altrove da dove quello crederebbe di andare leggendo un libro sulle uova. Quando la cucina in libreria sembra finalmente passata di moda, il piatto qui è chiaramente una scusa, un inganno, per parlarci del declino dell’occidente, di un mondo forte e moralmente saldo che potrebbe invece essere il faro per la tempesta che stiamo attraversando.
Scritto magistralmente, queste “uova” sono un pamphlet ironico e profondo, un libro che rientra nella migliore tradizione della letteratura filosofica italiana. È esplicito l’omaggio ad Aldo Buzzi, ma dietro si scorgono chiaramente anche Manganelli e Sciascia.
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