“Liguria Criminale” di A. Casazza e M. Mauceri [Recensione]

Amici Lettori,

quello che sto per proporvi non è il classico romanzo, né si tratta di un’ultima uscita.. Il libro si intitola LIGURIA CRIMINALE, la prima tiratura del libro risale al 2005 e ha una copertina diversa da quella che vi propongo, e custodisce dieci omicidi liguri rimasti irrisolti, in un lasso di tempo di circa vent’anni. Sono faccende pressoché locali, o comunque non recenti e, di conseguenza, ammetto che non ne conoscevo nemmeno uno.. motivo per cui farsi un po’ di cultura noir non guasta.

LIGURIA CRIMINALE

di A. Casazza e M. Mauceri

Fratelli Frilli Editore – € 8.90

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Dieci omicidi insoluti in Liguria, in un arco di tempo di quasi vent’anni. Dieci casi giudiziari che hanno attraversato un pezzo di storia importante della nostra regione, dal luglio del 1978 allo stesso mese del 1996. Eventi tragici che hanno scosso l’opinione pubblica e segnato la vita delle persone che, a vario titolo, ne sono state coinvolte. Ma soprattutto dieci storie umane che raccontano altrettante vite spezzate, spesso nel fiore degli anni, come per esempio il caso di Nada Cella, l’ultimo racconto, uccisa ad appena 24 anni.Tutti questi omicidi hanno un denominatore comune: l’assassino (o gli assassini) non sono mai stati trovati e sono ancora in libertà. Nessuno sta pagando per la morte di Nada Cella, Maria Berruti, Giuseppina Ierardi, Donatella Manunta, Gabriella Bisi, Luigia Borrelli o per i morti rimasti senza nome trovati a Sant’Ambrogio di Zoagli, in una grotta sotto la scogliera di Nervi, sul greto dei rio Torbella a Rivarolo o nel bosco del Boia a Pietralavezzara. Ma un delitto è davvero insoluto quando nessuno ne parla più. Finché la memoria sussiste, il caso non si può definire davvero chiuso.



LA MIA OPINIONE

LIGURIA CRIMINALE non è un romanzo, né un’antologia di racconti: è un libro, nemmeno troppo spesso in verità, che custodisce fatti realmente accaduti ricostruiti con cautela e con stile di cronaca giornalistica dagli autori A. Casazza e M. Mauceri.

Sono fatti veramente accaduti, esistono atti giudiziari archiviati, fascicoli studiati e analizzati nel dettaglio. Sono state raccolte prove, esaminati fatti, ascoltate testimonianze e valutato ogni cosa.. Eppure.. Agli inquirenti è mancato il passaggio fondamentale per poter mettere le mani sul criminale di turno e, quindi, rendere giustizia a chi è stato trovato morto.

Tra i casi analizzati nel libro, quello che mi ha colpito di più è intitolato La Donna del Boss, il primo trattato dagli autori. Narra la storia di una donna che è stata trovata morta: questa è Giuseppina Ierardi, prostituta e compagna di un boss dei marsigliesi, trasferitosi a Genova nel 1974 dopo aver iniziato la sua carriera in Francia.

I cronisti elencano tutte le informazioni che possiedono consentendo al lettore di farsi un’idea – il più preciso possibile – sia sul passato della donna che sulla carriera malavitosa dell’uomo. Il caso viene ritenuto irrisolto per mancanza di prove atte a confermare i sospetti.

Un altro caso che ha suscitato la mia curiosità è quello racchiuso nel racconto intitolato La Donna della Scogliera, dove il corpo senza vita di una donna è stato ritrovato sotto la passeggiata da alcuni operai del Comune che dovevano finire dei lavori. Il cadavere, mai identificato, è stato probabilmente portato lì dal mare, poiché le correnti sono capaci di spingere sino a quel punto qualsiasi cosa. Le indagini non hanno portato a nulla e tutt’ora non si conosce né l’identità della vittima né il volto del suo assassino.

Questi, aggiunti agli altri otto casi narrati nel libro, sono fatti realmente accaduti e riportati con le capacità e il mordente tipico dello stampo giornalistico. Non c’è finzione, non c’è invenzione o creatività, non c’è niente se non la ricostruzione dei fatti così come sono giunti sino a noi.

Dare un parere ad un libro del genere non è semplice: non ci sono personaggi da analizzare, non c’è una trama da seguire, non c’è una critica da fare agli autori se non in campo di struttura del testo… ma devo ammettere che libri di questo tipo è bene ci siano. E’ fondamentale che certe situazioni non vengano archiviate né dimenticate; è importante che il popolo – di lettori o meno – mantenga l’attenzione anche su ciò che i media, dopo un po’, lasciano calare. Non bisogna dimenticare, soprattutto quelle situazioni e quei casi dove la giustizia si è arenata e dove tutto è rimasto bloccato.

Una lettura interessante, diversa dal solito e capace di far riflettere.

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