Salve a tutti lettori e Bentrovati.
Oggi siamo lieti e onorati di potervi riportare l’intervista che Stefano Mancini ha rilasciato per il nostro Blog. Ringrazio ancora a nome del Bosco dei Sogni Fantastici per il tempo a noi dedicato e spero che porti a voi lettori ulteriore interesse verso le opere di questo autore. Se invece non conoscete Stefano Mancini QUI potete leggere la recensione fatta da Isabella del primo libro della sua trilogia. Buona lettura a tutti!
INTERVISTA A STEFANO MANCINI
Intanto ti ringrazio per la disponibilità per questa
intervista per il nostro Blog.
Grazie a voi per il vostro interesse e per essere qui
presenti come Blog alla presentazione del secondo libro della mia trilogia,
“Vessilli di guerra”.
Come mai Hai scelto di scrivere di fantasy
Ti dico la verità non è stata una scelta fatta a
tavolino; ho iniziato a scrivere tanti anni fa e ho iniziato a scrivere libri
di ambientazione medievale; poi andando avanti con i libri che scrivevo mi sono
spostato verso qualcosa di più fantastico e ho iniziato a inserire figure come gli
orchi, gli elfi e i nani, quindi senza accorgermene mi sono spostato su una
tematica fantasy mantenendo le basi che avevo agli inizi.
Quando capisci che quella è l’idea di cui vuoi
parlare in un libro? Pensi al libro che stai scrivendo e dici “voglio parlare
di questa cosa”?
Nel caso della mia prima trilogia che è composta
da “Le paludi d’Athakah”, “Il figlio del drago” e“ Il crepuscolo degli Dei”,
avevo proprio l’idea di voler narrare una guerra tra elfi e nani; quindi c’era
l’idea e perciò sono partito a scrivere con quell’idea già chiara in testa. Per
la mia nuova trilogia, invece, che è iniziata con “L’erede del mago” e prosegue
con “Vessilli di guerra”, mi sono reso conto che l’idea iniziale poteva girare
attorno a un gruppo di avventurieri e quindi mi sono accorto che volevo narrare
la loro storia.
I personaggi della tua prima trilogia sono di tua
invenzione o prendi spunto dalla realtà?
Sono ovviamente inventati e creati da me, ma come
autore cerco di mettere un po’ di me in ogni personaggio, ma prendo spunto
anche dalle persone con cui entro in contatto; i personaggi partono
inizialmente dalla mia inventiva, ma poi prendo anche spunto dalla realtà.
Tra la penna e il computer, preferisci uno dei
due strumenti in particolare?
Prendo appunti a mano; ho un quaderno sul mio
comodino con una penna e a volte in piena notte mi capita di accendere la luce
e buttare giù un’idea che mi viene in mente anche un attimo prima di
addormentarmi. In generale, poi, quando penso alla storia inizialmente prendo
molti appunti a mano e ho a casa un quaderno che uso proprio per gli appunti e
le annotazioni; poi però quando si tratta di scrivere nel vero senso della
parola, il computer è imbattibile.
Ti è mai capitato il blocco dello scrittore?
Mi fanno spesso questa domanda e ho sempre paura
di rispondere, perché devo dire che la risposta è no; ma forse perché io lo
anticipo. Nel senso che prima di iniziare a scrivere mi studio la trama, i
personaggi, e scrivo la storia che voglio raccontare; quindi quando mi metto a
scrivere ho già tutto nella testa e devo soltanto dare ordine alle varie idee e
mettere tuttosu carta. Quindi probabilmente il blocco mi viene prima di
iniziare a scrivere, quando penso alle idee, ma quando poi comincio non mi
capita di fermarmi e non sapere cosa fare.
In questa nuova trilogia c’è un personaggio a cui
sei più legato?
della luce della compagnia che si chiama Athrwys, un nome che esiste davvero, perché
è un nome gaelico. Sono più legato a lui, tanto da metterci anche qualcosa di
mio.
Ti ringrazio per questa intervista e ti chiedo vuoi dare ai
lettori qualche anticipazione?
Ripeto quello che ho detto alla presentazione
(avvenuta il giorno dell’intervista n.d.r.): spero che vi possiate divertire
con i miei romanzi e soprattutto mi auguro che chi leggerà questo libro abbia
modo di passare delle piacevoli ore di intrattenimento, perché è sempre quello il
mio obbiettivo quando scrivo: intrattenere, divertire e raccontare una bella
storia.