“Chiusa in gabbia” di Roberto Bagnato – Recensione

Salve cari amici del Bosco,

sapete cosa sia la paura?

La paura è un’emozione primaria. IlGalimberti così la definisce:

“Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.

Il romanzo di cui vi parlerò questa settimana scava a fondo nelle paure dell’essere umano, si tratta di

“Chiusa in gabbia” di Roberto Bagnato – Augh! edizioni 

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La paura di morire è una delle paure ancestrali che ci portiamo dentro, a questa paura si oppone da sempre il naturale istinto di sopravvivenza.
Quanto deve essere profonda una manipolazione della mente umana per spingere qualcuno verso la morte?
Fin dove possono spingersi le ambizioni pseudo-scientifiche di un medico?

Vediamo di cosa parla questo romanzo:

Emily è una giovane avvocato di Boston che ama lo sport, la dieta mediterranea e le serate passate in compagnia della sua migliore amica, Sara, giornalista emergente e fissata con le teorie mediche dell’affascinante Christopher Miller. È lei che trascinerà Emily al Teatro Centrale per assistere a uno dei tanti convegni tenuti dallo psicologo, noto alla cronaca per i suoi studi sulla cura delle fobie e delle ansie. Ed è lei che, in quella stessa occasione, la inciterà a salire sul palco per sottoporsi a una seduta di ipnosi eseguita sapientemente dal medico. Nei giorni che seguono l’incontro con il dottor Miller, Emily cade in uno stato di malessere psicofisico e la paura diventa sua intima compagna. Nessuno, nemmeno Sara, sembra riuscire a scuoterla da quel profondo turbamento emotivo. Oscurità, silenzio e angoscia saranno gli unici elementi di un incubo dove il tempo non ha più senso e dove anche una sola goccia può dissetare un animo tanto disperato. Dove si trova? Chi le sta facendo questo? Perché?


La mia opinione:

Siamo di fronte ad un thriller eccellente, molto ben costruito, che avvolge il lettore trasportandolo in un vortice di angoscia e di panico.


Molto abile nel capovolgere le sorti del racconto, Bagnato gioca continuamente con il tempo. Il prima, il dopo e il durante, si fondono, tanto che il lettore, come del resto la stessa protagonista, rimangono vittime dell’oscurità e del turbamento.


In un romanzo tutto sommato breve, si concentrano contemporaneamente più storie e più vite:

possiamo seguire la vicenda principale di Emily e di Sara, oppure scoprire quello che è accaduto a Mary e il suo tormentato rapporto con il medico ed infine, quando proprio pensi che la storia sia tutta lì, appassionarti alla ricerca della verità da parte dei due poliziotti.


L’autore costruisce la storia, ti indirizza verso un possibile epilogo, salvo poi cambiare rotta strada facendo.


Semplice ma d’effetto il modo di scrivere. Accurato nelle descrizioni. Pur essendo un romanzo autoconclusivo, il finale si lascia aperto ad una nuova storia.


A mio parere non può mancare nella libreria di un amante dei thriller.



Se vi è piaciuta la recensione, non perdetevi l’intervista all’autore in uscita venerdi.


Alla prossima



1 commento su ““Chiusa in gabbia” di Roberto Bagnato – Recensione”

  1. Un thriller ben scritto e costruito è sempre un piacere leggerlo e, visto la tua recensione, credo proprio che ne valga la pena!:-)

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