Recensione di Berserkr di Alessio Del Debbio

Eccomi nuovamente a voi, cari amici del Bosco, per raccontarvi la mia ultima lettura, divorata in due soli giorni caldi ed assolati di questa seconda metà di agosto.

Il titolo che vi consiglio è 

Berserkr” di Alessio Del DebbioDark Zone Edizioni



Alessio Del Debbio

Dark Zone Edizioni – ottobre 2017

genere urban fantasy

disponibile in ebook e cartaceo in tutti gli store on line

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Berlino non è tua, non degli esseri umani, non soltanto….è di tutte le potenze che vivevano libere in natura finchè non le avete piegate, finchè non le avete strappate alle loro esistenze per confinarle in sette prigioni….

Ma andiamo per ordine, cominciamo dalla storia:

Siamo a Berlino, all’inizio del terzo millennio. Le sette stirpi si sono combattute ferocemente ed ora la Guerra Calda è terminata con la stipula degli accordi di pace. Ad ogni stirpe è stata assegnata una zona dalla quale è vietato uscire, se non per un solo giorno all’anno, in cui ai vari gruppi è consentito accedere alla spirale per venerare i propri capostipiti, i Sette Saggi. La stirpe degli uomini è protetta dalla Divisione incaricata di mantenere la pace ed impedire sconfinamenti.

Questa pace precaria viene interrotta da misteriosi ed efferati omicidi provocati da sconosciute creature. La Divisione affida le indagini al protagonista del romanzo Ulrik Von Schreiber, uno dei suoi migliori cacciatori. Ulrik in realtà porta con sè il pesante fardello di spirito protettore della città, l’Orso di Berlino. Eredità difficile da accettare e con la quale sarà costretto a convivere.

Perchè vi consiglio di leggerlo?

Amate il fantasy? Vi piacciono i racconti magici e  le storie fantasy ambientate nell’epoca contemporanea, nel mondo reale e urbano? 


Berserkr è il romanzo giusto per voi, potrete appassionarvi alle trasformazioni degli uomini-lupo, seguire gli scherzi dei coboldi, farvi ammaliare dalle streghe o dalle sirene o ancora innamorarvi delle silfi.

Potete leggerlo anche se amate i gialli, quelli con le indagini, in cui tutti sono colpevoli e tutti sono innocenti. Ulrik non ha nulla da invidiare ai  noti commissari della produzione giallistica letteraria: tormentato, con una vita famigliare pressocchè assente, senza un legame, dedito completamente al proprio lavoro. La ricerca del colpevole sarà alla fine anche una ricerca di sè, del proprio passato e del proprio futuro.


Ma tutto questo sarebbe riduttivo. Io l’ho apprezzato soprattutto per il suo lato distopico.


Che cos’è un romanzo distopico? 

La parola distopia è stata inventata per esprimere un’utopia al negativo. E se l’utopia vuol descrivere un mondo perfetto e ideale, la distopia ne mette in scena uno indesiderabile e spaventoso. Nei romanzi distopici, infatti, la vicenda viene ambientata in una società in cui non vorremmo mai vivere. 

Lo scenario di questa Berlino, così oscura e terribile, rende la storia ancora più avvincente, le conferisce tensione, predice un futuro inammissibile ma che ci aiuta a riflettere sul presente (dietro la distopia, quasi sempre, si cela la denuncia di certi aspetti della realtà contemporanea).

Del Debbio ci racconta un mondo in cui l’uomo vuole essere padrone assoluto e autonomo delle energie e delle risorse della natura, da questa sua incomprensibile necessità nasce un senso crescente di minaccia e di distruzione.

Un uomo che non comprende nè accetta la diversità, intesa come arricchimento e non come sfida. Un mondo in cui “il diverso”, debba essere ghettizzato e controllato, una società in cui non vi siano contaminazioni. Un mondo opaco e triste, che ha bisogno dell’Orso per ritrovarsi:


“L’Orso incarnava la volontà della natura di reagire e resistere all’ombra, l’ansia di libertà di tutte le creature viventi. Il loro diritto all’esistenza”

Siamo piccoli ed insicuri di fronte al mondo e non riusciamo a comprendere la lezione del rispetto.

Anche perché, come afferma Jean Pierre Dupuy “in materia di distruzione siamo diventati molto più forti della natura”. 


E questa non è una gara a chi ci riesce meglio.


Vi lascio con una frase che ho particolarmente apprezzato:

“Forse al nostro risveglio, gli uomini avranno imparato a volersi bene e il mondo sarà un posto migliore. O la felicità è soltanto un’utopia creata ad arte dall’uomo, per mascherare l’assenza di significato della vita?”


Un romanzo che non deve assolutamente mancare nella vostra libreria.

Buona lettura

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