Amici Lettori,
con un po’ di ritardo – perché è un libro che ho letto nel 2018 – vi propongo la recensione della mia prima lettura di Stephen King: consapevole, mio malgrado, del maestro dell’Horror e di quell’unica categoria, non ho mai pensato di poter approfondire scoprendo invece dei titoli che sono avventurosi, thriller e particolarmente accattivanti. Tutt’altro che horror, ecco! 👀
La mia prima lettura di King si intitola L’OCCHIO DEL MALE, da cui hanno anche tratto una pellicola cinematografica ma che, ancora, non ho guardato. La critica spesso dice che nei film di King (dove spesso è co-sceneggiatore) la trama e lo spessore perdono molto, motivo per cui sto volontariamente temporeggiando.
L’OCCHIO DEL MALE
di Stephen King
Pickwick Edizioni – Cartaceo 8,41€
Un tremendo sortilegio gitano incatena a una sorte da incubo Billy Halleck, noto e influente avvocato: dopo aver investito e ucciso con la sua auto una zingara, è stato infatti assolto da tribunale, ma non dal padre della vittima, che gli ha scagliato addosso un terribile anatema. A Billy resta solo un’ultima mossa per salvarsi: affrontare quel vecchio accecato dall’odio in una partita disperata dove ogni mossa è lecita, ma in cui un destino beffardo giocherà il ruolo di protagonista, riservando un’atroce sorpresa…
✪ INQUIETANTE ✪
Billy Halleck non crede alla stregoneria. Assolutamente.
E’ un avviato avvocato, con moglie e figlia, e non pensa minimamente che la sua posizione e la sua vita possano venire rovinate da quello che risulta essere solo un brutto incidente d’auto.
Egli infatti, guidando la sua auto in compagnia della moglie che lo ha distratto con un insolito gioco erotico, prende sotto una zingara e la uccide. In tribunale, grazie alla complicità del collega e del giudice, viene assolto. Solo che…. il padre della vittima, un anziano zingaro capo di una tribù e sciamano dell’intera comunità, gli getta addosso una maledizione terribile.
Maledizione che, con cautela e precisione, colpisce tutti coloro che hanno partecipato alla vicenda, inizialmente facendoli soffrire sino poi, con maniacale calma, ucciderli.
Billy rimane così l’unico superstite di quella che risulta essere una tremenda mattanza, e pur non supportato dalla moglie, si mette in moto per cercare lo zingaro e cercare, almeno, di provare una sorta di trattativa per poter troncare l’anatema spaventoso.
La corsa allo zingaro è la parte determinante dell’intero romanzo: Billy fa di tutto pur di intercettare questo tizio, è disposto a pagare gente professionista nella caccia all’uomo per provare ad intimorirlo, affinché si possa parlamentare in qualche modo e riuscire, così, a sopravvivere al peggio. Ce la farà? Oh, il finale è particolare tanto quanto l’intero romanzo, che non si perde in futili descrizioni, riuscendo a mantenere alta l’attenzione del lettore in ogni minimo passaggio. La maledizione è qualcosa di inquietante, gli eventi che si susseguono paiono conformi all’intera faccenda e il lettore riuscirà a rimanere incollato alle pagine dall’inizio alla fine, almeno… così è capitato a me.
Una rivelazione, tant’è che ho comprato altri due libri di King e non vedo l’ora di leggerli. 👍