Bentrovati Lettori Erranti, oggi vi vorrei parlare di un
libro che ho letto il mese scorso e che mi ha colpita molto. Ho conosciuto
questo titolo grazie a Carolina che seguo su instagram (@lhascrittounafemmina) e
che vi consiglio di seguire perché le sue proposte sono sempre molto
interessanti. Andiamo a conoscere questo libro e il mio parere.
Te la sei cercata
di Louise O’Neill
Editrice Il Castoro
Progetto Editoriale HotSpot
Genere: Young Adult
Pag. 368
Prezzo: € 16,00
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In una cittadina di provincia dove tutti si conoscono,
Emma O’Donovan è diversa. Lei è speciale: diciotto anni, bellissima, popolare,
potente. È sempre perfetta e ama essere desiderata. Tutte le ragazze vorrebbero
essere sue amiche, e tutti i ragazzi vorrebbero uscire con lei. Fino a quella
notte. A quella festa d’estate, Emma era troppo ubriaca per rendersi conto di
cosa stava accadendo, troppo ubriaca per dire basta, troppo ubriaca per
ricordare. Ma quelle immagini, quelle fotografie che tutti hanno visto online,
significano che non potrà mai dimenticare. E dopo la violenza comincia un nuovo
incubo: Emma era speciale, ma ora è solo una fonte di imbarazzo. È sulla bocca
di tutti, assurdamente additata e accusata. Davvero se l’è cercata? Davvero è
sua la colpa? Senza punti di riferimento, Emma comincia a dubitare persino di
se stessa.
LA MIA OPINIONE
Quando ho iniziato questa lettura ho avuto difficoltà ad “ingranare”
la marcia nelle prime pagine, poiché non avevo ben inquadrato i personaggi e l’ambientazione.
Ho, infatti, avuto difficoltà a
memorizzare i nomi e i personaggi. Ma questo ormai lo sapete che è un mio
problema.
La voce che ci accompagna nella lettura è quella della
protagonista Emma O’Donovan, una ragazza bellissima, benestante, e molto
egocentrica. È circondata da tante amiche che spesso la invidiano e lei non fa
altro che farsi desiderare e mettersi in mostra con i ragazzi che le stanno attorno.
Questo è quello che appare a primo impatto.
Andando avanti con la lettura mi sono sempre più sentita
portare dentro la piccola cittadina irlandese dove vive Emma, insieme a
compagne e amiche, amici e famiglia.
La protagonista appare un po’ stronza, se vogliamo
giudicarla in qualche modo, ma si capisce fin da subito che è insicura e in
costante conflitto con se stessa.
Da un lato vuole apparire la ragazza perfetta, la figlia
che tutti vorrebbero avere, che prende bei voti, amata da compagne e professori,
e con la famiglia perfetta. Ma desidera molto di più, vuole dimostrare che può
ottenere tutto e tutti (compresi i fidanzati delle proprie amiche se volesse)
ma che non è la “brava” ragazza che tutti credono.
Una sera d’estate si ubriaca e assume delle droghe. Cosa è
successo quella notte? Tantissime foto sono state pubblicate in rete e lei non
ricorda nulla. Solo quelle foto a testimonianza di ciò che è successo.
Le compagne che prima la adoravano, o almeno così sembrava
iniziano a tirare fuori alcuni “conti in sospeso” nei suoi confronti, la sua
famiglia che vuole sempre apparire perfetta la colpevolizza di averla rovinata
e anche i mass media iniziano a giudicarla.
Davvero se l’è cercata? Cosa ha fatto? Cosa è successo?
Dubita di se stessa, e dubita di tutto. Non è capita. Peggio
ancora non viene nemmeno ascoltata e si chiude in se stessa, continuamente
bombardata da messaggi offensivi e tormentata dalle immagini e dai commenti che
ha letto su internet.
Si tocca un argomento delicato ed attuale, lo stupro,
quella parola che Emma non vuole pronunciare e non vuole sentire. Qualcosa
dentro di Emma si rompe, è stata umiliata, è stata violata. Ma non importa a
nessuno. Lei è diventata Easy Emma, come la chiamano in molti.
L’autrice scavando a fondo ci mostra una società che
insegna alla donna a NON fare questo o quello, NON essere o NON apparire in
certi modi per sfuggire al destino della violenza. Ce ne rendiamo conto di
quanto sia assurdo tutto ciò? Dobbiamo parlarne.
La situazione è reale, è questa. L’autrice ce lo dice in
maniera diretta e cruda. Salvare le apparenze, colpevolizzare la vittima,
cercare il motivo per cui è successo quello che è successo dove la colpa è sempre
e comunque della vittima.
Un finale che fa arrabbiare, non è quello che ci si
aspetta da un romanzo, ma è un finale comunque possibile, una scelta che
purtroppo molte donne continuano a fare, quando non vengono ascoltate né credute.
Un libro che va letto, e di cui si deve parlare, per
poter affrontare argomenti delicati come la violenza e come agisce e reagisce
la società davanti a tutto ciò.