Amici del Web,
ben ritrovati!
Quest’oggi si parla di editoria e lo facciamo con un esperto che per la prima volta si trova a passare tra le pagine del blog: con immenso piacere do il benvenuto a DIEGO DI DIO, professionista nel settore, nonché voce fuori campo poiché finora non si è mai collaborato e chissà che questo non possa essere di buon auspicio. 😏
A seguito di alcuni suoi interventi letti sul suo profilo facebook, ho pensato di porgli alcune domande atte a soddisfare mie curiosità: l’idea di condividerle, e renderle così alla portata di tutti, ha reso possibile questa interessante chiacchierata.
Lascio la parola al nostro ospite, così da poter scoprire insieme alcune informazioni utili e particolari legate al mondo dell’editoria.
Diego, benvenuto
sul Bosco dei Sogni Fantastici e grazie per aver accolto il mio invito.
Grazie ai social io
ti conosco di fama, ma… spieghiamo anche ai miei lettori chi è Diego Di Dio?
Ciao
Isabella, grazie a te.
Be’, per
non anticipare la risposta successiva, posso dire che di base sono solo un
ragazzo che ha sempre amato “le storie”; scriverle e leggerle, sì, ma anche
ascoltarle o guardarle. Tutto qui, niente di speciale.
Il resto
è venuto di conseguenza.
Sei scrittore, sei agente
letterario, sei editor, sei docente… e molto altro ancora.
Come fai a conciliare tutto e a goderti anche la vita privata?
Sì,
faccio parecchie cose, per lavoro.
Nasco
come scrittore, certo, ma poi ho studiato editoria e ho lavorato come correttore
di bozze, editor, quindi docente di scrittura e di editoria, e agente
letterario. Ora, di fatto, svolgo tutti questi lavori, in contemporanea.
Come
faccio a conciliare tutte le cose?
Non le
concilio.
Sono
sempre in affanno.
Ma diamine,
questo è il mestiere che mi sono scelto, e va bene così.
Cosa pensi di
questo enorme mondo che è quello della pubblicazione?
Come
tutti i microcosmi e i vari settori lavorativi, è un mondo a sé, fatto di
regole – scritte e non scritte – ma soprattutto fatto di persone, di sogni, di
cose belle e di cose brutte. L’editoria, per me, non è diversa da qualsiasi
altro settore: ha delle peculiarità, sì, ma di base ci sono le stesse
positività e negatività, le stesse altezze e bassezze che potrai trovare in
qualsiasi altro settore.
Proviamo insieme a
distinguere l’editoria: a pagamento o no. Quali sono le differenze più
importanti?
La
differenza è una sola.
L’editoria
a pagamento non è editoria; l’altra sì.
Il pensiero
dell’autore che ragiona dicendo “La CE lavora per me, dunque la pago” come lo
interpreti?
Che
purtroppo ha una visione completamente distorta dei meccanismi che governano il
mondo editoriale. La CE non è un’associazione benefica, è chiaro: è un’azienda,
e deve produrre un utile. Questo utile, però, deve avere un’unica fonte: la
vendita di libri. La “ratio” di una casa editrice è questa: pubblicare libri e
venderli, stop.
Se la
casa editrice, invece, viene pagata dall’autore – come succede nelle realtà EAP
– verrebbe meno la sua stessa qualifica di “casa editrice”. L’esempio che ti
riporto è in parte sbagliato, tuttavia calzante: è il datore di lavoro che deve
pagare il dipendente, non il contrario.
Quali sono i
passaggi necessari prima di proporre un testo ad una Casa Editrice?
Be’, il
passaggio è uno solo: presentare il miglior testo possibile nella forma
migliore possibile. Ci sono autori che, da soli, riescono a farlo; altri che,
invece, hanno bisogno dell’apporto esterno di professionisti privati – editor e
correttori di bozze. Va bene in entrambi i casi. L’importante è che l’autore
faccia tutto quanto è in suo potere per presentare all’editore un prodotto dignitoso;
in caso contrario, verrà ovviamente scartato.
La Casa Editrice
riceve il manoscritto: lo esamina e valuta se pubblicarlo o meno. Una volta accettato,
quanto ci vuole prima che vada sul mercato?
Be’,
dipende. I tempi editoriali sono lunghi perché il libro, una volta scelto, deve
comunque essere inserito nel programma editoriale della CE, e solitamente i
programmi si fanno – in tutto o in parte – con un anno di anticipo. A ciò
aggiungo che, per quanto il testo possa essere buono, c’è una fase dedicata al
lavoro redazionale sul testo: editing, correzione di bozza, copertina,
scrittura dei paratesti, organizzazione promozionale ecc. Quindi diciamo che,
volendo fare una media, posso dire che dal contratto editoriale alla libreria
passano almeno 6 – 12 mesi. A volte anche di più.
Meglio digitale o
cartaceo?
Non sono
in conflitto, ma si completano.
Pur preferendo
il cartaceo, trovo molto utile il mio Kobo, soprattutto quando mi devo
documentare.
Il Selfpublisher:
cosa pensi di questo gruppo di autori che sceglie di essere ‘libero’?
Non ho un
pensiero univoco.
Per predisposizione
lavorativa, preferisco comunque l’editoria tradizionale; ma ci sono tantissimi
autori self che, affidandosi a una serie di professionisti esterni,
confezionano un prodotto di ottimo livello – e a volte, non a caso, vengono anche
scelti da editori di qualità per una pubblicazione tradizionale. Questo,
ovviamente, non riguarda tutti gli autori self; come ci sono libri tradizionali
buoni e non buoni, così ci sono libri self buoni e non buoni.
Gli eventi:
presentazioni letterarie e fiere. Sono utili strumenti, secondo te, per
avvicinare i lettori e per promuovere i libri?
Non sono
solo utili, ma fondamentali.
Le fiere,
le presentazioni, i firmacopie e, in generale, gli eventi letterari possono
fungere da collante tra l’editoria – fatta da autori, editori, professionisti
ecc. – e i lettori, che poi sono il motore irrinunciabile di tutto il gioco.
Se non ci
fossero i lettori, l’editoria non esisterebbe neppure.
Bene: abbiamo gli
autori, le case editrici, gli eventi… e poi ci siamo noi blogger.
Cosa pensi di questa ‘categoria’?
Be’, noi
lavoriamo con i blogger.
Sia l’ufficio
stampa della mia agenzia sia quello delle case editrici con cui collaboro oggi
si affidano moltissimo a questa categoria; i blogger si sono evoluti, nel
tempo, e in alcuni casi sono diventati così autorevoli e seguiti da occupare
una posizione dirimente all’interno della filiera editoriale. Per i blogger,
ovviamente, vale lo stesso discorso fatto per gli autori self: ci sono casi e
casi.
Un consiglio per
chi vuole pubblicare un libro, sia come self che con casa editrice?
Non avere
fretta.
Troppo spesso
mi confronto con autori divorati dall’ansia della pubblicazione, del successo,
della fama, delle vendite. Non funziona così, per quanto mi riguarda. La fretta
porta solo a compiere scelte sbagliate. Bisogno avere calma, tempo,
tranquillità mentale e predisposizione al sacrificio: studiando, migliorandosi,
facendo gavetta, muovendosi a piccoli passi, sì, si può anche arrivare lontano.
Chi vuole
tutto e subito rischia di cadere al primo ostacolo.
Grazie infinite a DIEGO DI DIO per essere stato nostro ospite, aver avuto la gentilezza di essersi messo a disposizione per rispondere alle domande: spero che questa piccola intervista possa rivelarsi utile sia a coloro che desiderano cimentarsi nella pubblicazione e sia a chi, come me, ammira da lontano un mondo meraviglioso che, però, è impegnativo e ricco di insidie!
A presto!