La Cultura in Quarantena, ossia un bene non necessario. Parliamone.

Amici del Web,

prendo spunto da una foto che ho visto su facebook postata da Romina Lombardi, autrice e poetessa nonché direttrice del magazine L’Ordinario, che in questo periodo delicato sta lavorando sodo e non si ferma mai.

Questa foto, scattata in un supermercato, evidenzia come lo Stato abbia catalogato la cultura come un qualcosa di non strettamente necessario.

Ecco… parliamone!

Partendo dal presupposto che le case dei lettori veri (e non di quelli che hanno la libreria piena solo perché ‘fa arredamento’) non sono mai sguarnite di volumi, tomi e qualsivoglia formato composto da pagine sfogliabili e leggibili, rimango ugualmente basita all’idea che se io avessi piacere di acquistare un libro non possa farlo. Perchè?

Sarò libera di scegliere se, tra scatolame, pasta e lievito, io voglio anche comprare l’ultimo libro del mio autore preferito anche se magari ne ho altri dieci che devono venir letti prima di quello? Dove sta il problema? O meglio… è un problema, se io compro un libro adesso?

A quanto pare… sì.

Com’è un problema acquistare materiale per fare bricolage – il legno non ve lo tagliano – eppure la rubinetteria, le vernici, il giardinaggio sono fattibili.

Si cerca di ragionare – ed omologare il pensiero, tra l’altro – valutando le priorità e le necessità.

Eppure qualcosa non mi torna.

Ingenti categorie di mercato si stanno reinventando per mantenere in attivo la propria impresa: penso ai ristoratori e ai commercianti al dettaglio che stanno facendo una fatica immane per poter inserire le consegne a domicilio per poter sia soddisfare la clientela che far tornare i conti a fine mese; penso agli agenti immobiliari e agli addetti ai traslochi che sono fermi, dal momento in cui non è possibile non solo fare i sopralluoghi, ma nemmeno spostarsi; penso alle palestre e ai club sportivi, gestiti da istruttori che hanno congelato gli abbonamenti, si sono svuotati, però in qualche modo cercano di mantenere i contatti con i loro amati compagni di sudate; penso agli editori e ai librai, che devono ripiegare sugli ebook e sugli store online perché il contatto con il pubblico è impossibile e di conseguenza il magazzino non si svuota.

Sia la categoria di lavoratori dipendenti, che malvolentieri vengono messi o in ferie obbligatorie piuttosto che in cassa integrazione – che non è bella mai, nemmeno in casi del genere dove l’azienda non è a rischio collasso, come accade solitamente – che quella dei lavoratori autonomi sta subendo uno schiaffo immenso: il problema delle spese è concreto e reale, dal momento in cui la situazione di non lavoro e di non guadagno si rivela grave quando comunque vi sono certe spese che vanno coperte, e se non si guadagna diventa difficile mantenersi, per cui non è assolutamente facile come faccenda…

Un evento come questo, un imprevisto così enorme, nessuno lo ha mai calcolato.
Lo abbiamo letto in una marea di libri distopici e visto in numerose pellicole post-apocalittiche, ma… quando la fantasia diventa realtà? Eh, quando succede è un caos!

Quando qualcuno decide per te cosa è importante e cosa no… come reagisci?

Perché per quanto sia complicato gestire una emergenza del genere, e non intendo infilarmi in un discorso troppo delicato che poi mi fa uscire di tema, diventa difficile soddisfare tutti…

Siamo costretti a casa e in qualche modo dobbiamo impiegare il nostro tempo.
Come?

Oh, la scelta è vasta: cucina, videogiochi, lettura, televisione, fitness, pulizie di primavera, tinteggiatura, musica e canto, uncinetto, bricolage, ricamo, stiratura…

Tutte cose utili per il corpo e la mente.

Tutte cose bellissime, capaci di dare soddisfazioni.
Tutte cose che… beh, se però ti mancano in casa non puoi fare.

Il lievito non si trova? Niente pizza né pane.

La vernice non ce l’hai? Niente imbiancatura.

Non hai gli attrezzi in casa? Beh, certi esercizi di fitness non puoi farli.

Non hai il cane? Niente passeggiata.

Non sai fare uncinetto o ricamo? Pace.

Ma i libri…

Hai una libreria piena.

Ok, va bene. E quindi?

Anche i quaderni o le penne dei bambini possono finire, possibile che non si può acquistare la cancelleria perché non indispensabile?

Ah, ma quello è un altro discorso.

Sinceramente… no.

Perché tutti hanno almeno un quaderno e/o una penna di scorta, come tu che hai la libreria piena.

E allora?

E allora vedi che non è indispensabile?

Ma il nuovo libro di X è uscito il mese scorso e non ce l’ho.

Leggine un altro, quello lo prenderai poi quando il problema sarà risolto.

….

No, non funziona così.

Non è nemmeno un discorso di “vizi” o meglio, di “dipendenza”.

O forse… si?

Perché se il tabaccaio può vendere le sigarette ed il supermercato può continuare a vendere alcolici (ho scelto apposta qualcosa di industriale, perché il discorso ‘al dettaglio’ non è contemplabile!) che purtroppo vanno anche contro la nostra salute, il libraio deve tenere chiusa la serranda? Perché l’editore deve spostare le uscite di catalogo e ripiegare sull’ebook per poter portare nelle nostre case le sue produzioni? Perché gli autori devono organizzare dirette sui social per far conoscere le proprie fatiche? Perché se io non ho abitudine di leggere e ora volessi prendere un libro che mi hanno consigliato o che ho visto sul web e volessi farmi due ore di lettura non posso? O magari volessi leggere con mio figlio il libro X e in casa non ce l’ho, non posso comprarlo?

SE tutti i libri di TUTTI gli Editori raggiungessero gli scaffali dei supermercati, e ci venisse permesso di acquistarli, il problema potrebbe venir un pochino ridimensionato. Almeno in parte, logicamente. 

…quando in televisione i programmi spazzatura continuano ad esserci, giacché catalogati come intrattenimento.

Allora tutto ciò che è intrattenimento deve tornare ad essere a disposizione di tutti!
Senza limitazioni.

Quindi che gli abbonamenti ai canali online di film e serie tv siano scontati; che sia data visibilità ai canali culturali non per forza big anzi, spingere sulle novità e su chi sta facendosi strada; che si diffonda la necessità di cultura ed intelligenza: il popolo deve svegliarsi, deve farlo adesso che siamo in situazione di emergenza… capire che se è importante e soddisfacente poter montare un mobile – per chi sa farlo, e dategli sto legno di grazia!! – è bellissimo e appagante finire la lettura di un libro e poter dire se ha viaggiato divinamente oppure avrebbe preferito evitarlo.
Non siamo tutti capaci di fare tutto.
Ed è giusto valorizzare le nostre differenze.

Devo stare a casa, non posso nemmeno andare a trovare il parente ricoverato…

Sto a casa e impiego il mio tempo senza limitarmi a guardare il soffitto.

Se potessi dedicarmi a ciò che amo, penserei meno a ciò che mi fa soffrire.

Se ciò che amo fosse alla mia portata e mi venisse concesso… Soprattutto dato che non danneggia la mia salute né, tanto meno, quella del cassiere che mi batte la spesa alla cassa.

Fateci comprare i libri, con guanti e mascherine ovviamente.

Dopo tutto… che male c’è?

Vi avevo avvisati che avevo in canna qualcosa di polemico e provocatorio…

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