Amici Sognatori,
vi presentiamo la poetica di Lucrezia Maggi che, grazie a Controluna Editore, viene raccolta nel suo libro intitolato INDELEBILE.
Buona lettura…
“…sento
la Poesia vibrare oltre la materia, sotto la mia pelle, scivolare, densa, nel
mio sangue. In Lei fluisco e muovo come un fiume che scorre, nuda. La mano
obbedisce all’ignoto impulso, silenzioso dialogo tra me e il foglio, tra le
nuvole e un filo spinato, un verso.”
Recensione a cura di Vincenzo Calò
La Maggi percepisce poeticamente
qualcosa che si muove aldilà dell’aspetto materiale, di consistente, che sfugge
dalla evidente carnalità per caratterizzare un flusso passionale nelle vene.
Ecco allora che la curiosità lega
parole non solo da leggere, catturati da un’impressione dannatamente amorosa,
in preda a un tormento che arreca dell’inadeguatezza a fior di pelle ma senza
annullare la cortesia insita a gesti prossimi a un ritrovarsi.
“A te che sai
a te che più tra
tutti mi sei simile”.
Alla lettura di queste poesie
viene bandita la passività, i componimenti si rinfrescano in ragione di un
contributo istantaneo, del tutto amichevole.
Capita molte volte che la vita si
manifesti di colpo, e nel caso di Lucrezia avviene dovendo soddisfare la voglia
di poetare ogni cosa che le stia a cuore.
Del resto serve pazientare per
approdare dappertutto, e rasserenarsi in definitiva, cioè sapendo sognare per
far sì che si appurino delle riconoscenze spontanee.
Il rumore insito allo Spirito fa
venire delle buone idee, e trame di nuove storie si sviluppano, come dei baci
lesti a convincere soggetti da vivere lungi dalla crudeltà, avendo modo di
bonificare i paesaggi del cuore.
Lucrezia è abile a constatare
delicatamente qualcosa che non va nelle persone a lei care, difficile da
inquadrare se non si coglie dell’amorevole reciprocità da un dissolvimento
decelerato, da una dimensione che si ripercuote umanamente nel profondo.
“Frantumarsi emotivo
di animi
contro muri di gomma
sofisticata”.
Spente le luci, soltanto una
coppia di vite può narrare di un amore da rendere prima o poi incondizionato.
Per la lettura di questi versi ci
si fa tesoro di una condizione angosciosa.
“…Perché quando
scansiamo
il destino
abbiamo nostalgia di
destino?”.
Rimane unicamente il fatto
d’assaporare per intero un istante, visto che non ci sono persone che
c’intendano a meraviglia, pervase da intrighi inutili, completamente
invalidanti.
È come se fossimo condannati
all’ingenuità, indotti di conseguenza a comprendere quello che serbiamo, e
magari in un gioco di sguardi che allenti i nervi della poetessa.
La passione riempie un ideale
d’uguaglianza, coperto da debolezze da esprimere senza far rumore, schiarendo
piuttosto l’intento di sapere qualcosa per oltrepassare limiti sfiancanti, seppur
sia molto probabile che le diversità verranno sempre fagocitate per della pura
curiosità.
La vita compie dei giri folli ma
si fa notare, tanto vale convincere chiunque ci capiti a tiro impugnandola
senza addolorare, specie in riguardo a delle forme d’amore sconvolgenti, e cioè
illuminanti nonostante la verità non si lasci determinare.
“… la ragione vacilla
in buco nero …”.
Urge della continuità, a costo di
toglierci ogni cosa di dosso, alla ricerca dell’ispirazione… come degli esseri
viventi al microscopio, che, indifferenti al carico di nutrimento che
trasportano, puntano indefessi a uno scopo!
Negli abissi del sempre sprofonda
un’illusione composta da astri e sogni; prossimi alla notte il tacere diventa
languido catturando l’umanità costretta così a riscontrare la propria
passività.
Il senso della vista che andrebbe
svuotato sembra invece accogliere la decadenza di una riflessione ritoccabile
circa esperienze che si rivelano negative, dati dei sentimenti non più
infrangibili.
“… fuori dal cerchio
delle cose,
sottraendosi
all’obbligo
dei teoremi
e
delle forme armoniose
imposte”.
In un riflesso di luce
assolutamente relativo si manifestano rette vie, esistenze ch’è impossibile
incrociare, e prevale una memoria impossibile da ripulire, a scandire
l’immensità di qualsiasi debole inganno.
Il cuore è delicato, occorre
averne cura per tornare a divertirci in una maniera sopraffina, senza
rinunciare mai all’ascolto dei suoi battiti, per rinnovare il buonsenso
indispensabile se si vuol essere felici e ritrovare la memoria stavolta
complice, per effetto della luce del Sole.
Secondo la Maggi con la forza di
volontà nessuno può soffrire un destino segnato, chiunque è in grado di
elaborare una novità per gli altri, e facendosi sentire.
Ora come ora lei deve abilitarsi
definitivamente sistemando dei pensieri dentro di sé, dopo che per tanto tempo
è stata dietro a termini e figure non ottenendo risultati, ma come se si
trattasse di una vocazione quella di cogliere un senso di vuoto, fissarlo e
restarne attratta per paradosso.