Amici Sognatori,
quando una saga finisce si è sempre un pochetto tristi…
Però a noi fa piacere vedere i progetti realizzati e questo è uno di quelli: sto parlando della saga degli Steambros Investigation, curata da Alastor Maverick e L.A. Mely e pubblicata con DZ Edizioni.
Questo è il terzo capitolo intitolato BROTHERS WAR.
Buona lettura!
La Recensione a cura di Francesco Bignardelli
Fa piacere avere tra le mani il terzo volume di una saga che abbiamo tanto seguito su questo blog con pezzi riguardanti lo steampunk e recensioni delle opere scritte da Maverick e Mely.
Personalmente ho sempre avuto un debole per il genere steampunk e trovo sempre un gran piacere leggere dei romanzi che trattino questo tema. Abbiamo seguito i passi compiuti dai fratelli investigatori, con le loro deduzioni e le loro avventure, e ora vediamo come prosegue la strada tortuosa che hanno intrapreso per ritrovare la loro sorella maggiore.
I fratelli Hoyt hanno una presenza caratteriale e di personalità così forti da concentrare su di loro l’interesse di tutta la storia: oltre a Nicholas e Melinda abbiamo finalmente delle informazioni più concrete della sorella maggiore Emma; e che informazioni, visto che ci sono vari capitoli del libro che riguarderanno questo personaggio.
Avremo modo di ricollegare parti del suo passato, che noi avevamo visto come lettori nel presente dei fratelli Hoyt: vedremo com’è collegata ai Bamminton e ai Glover. Capiremo la sua storia passata e comprenderemo il suo attuale presente.
Tutti e tre i fratelli hanno un modo tutto loro per essere incisivi nella storia e danno colore a tutto ciò che accade attorno.
Questo non aiuta la caratterizzazione o la presenza dei personaggi secondari della storia, che comunque si percepiscono nelle pagine del romanzo, ma è netto quanto siano i tre fratelli Hoyt a far da padrone per tutto questo terzo libro.
Come ho detto mi piace molto il tema dello steampunk: la descrizione delle città dei vestiti portati dalle persone e dai modi di fare dell’ “Età Vittoriana”; gli autori sono poi particolarmente abili nel descrivere meraviglie tecnologiche collegate a questo periodo, riescono a creare mezzi, armi e strumenti vari che si collegano bene a un racconto steampunk: devo dire che a volte forse esagerano nella descrizione di tecnologie che vanno un po’ oltre la tematica del romanzo, ma comunque fanno da contorno a tutto il romanzo senza eccedere, dando sempre un qualcosa in più, lasciando al lettore il modo di immaginarsi una storia fantastica, ricca di vapori, tecnologie vittoriane meccanizzate e investigazione.
Fortunatamente non c’è una parte specifica del libro che non mi sia piaciuta, ma devo ammettere che il libro ha qualcosa che non va.
Non dico appunto che è tutto il libro che non funziona, perché in tal caso, non ci sarebbero i punti a suo favore, ma è palese, nella sua lettura, che qualcosa non funzioni del tutto.
Per prima cosa: secondo me le pagine sono poche, troppo poche per raccontare bene tutta la vicenda che avviene.
Solitamente non lo ritengo un problema reale, perché una narrazione può essere anche breve ma talmente piena di eventi che possono anche bastare. In questo contesto, in questa storia, le pagine scivolano via e non solo per la capacità degli scrittori di creare un’opera godibile, ma perché la storia va talmente veloce che sembra “volare” via.
Concatenato come problema, non aiutano le vicende che si susseguono per tutto il romanzo.
Provo a spiegarmi.
Abbiamo, fino alla conclusione della storia, i capitoli che seguono quattro macro-vicende: i due fratelli Hoyt, la sorella maggiore degli Hoyt Emma, il cattivo della storia apparso alla fine del secondo libro, fino ai Crimson Knight.
Questo susseguirsi dei capitoli non aiuta la comprensione della lettura, e si concatena negativamente con le poche pagine: si attende di sapere il destino degli Steambros, ma i capitoli a riguardo (per forza di cose) sono troppo pochi e quindi la storia si riassume tutta in pochi attimi, dandoti certamente un quadro completo della storia, ma troppo breve e troppo riassuntivo per poter comprendere totalmente i sentimenti e le emozioni provate dai protagonisti degli eventi.
Insomma, quello che si ha davanti è, personalmente, un libro concluso troppo in fretta e che lascia da parte troppe cose, è il problema è che si ha la sensazione che questo sia il libro finale della saga degli Steambros; felice di rivedere questa affermazione, ma per il momento sembra tutto concluso ed è un peccato lasciare un finale così “monco” con così poche pagine (non vi sono nemmeno le ricette solite che venivano messe alla fine dei libri, ma effettivamente in questo caso non sì è mai toccato il tema culinario quindi può avere un senso, ma era stata una chicca che piaceva sicuramente leggere).
Brothers War per ora rimane il finale di tutta questa storia.
Per quanto essa mi sia piaciuta poteva dare tanto, ma tanto di più ed è un peccato vedere chiudere così per ora questa narrazione: è innegabile che tutta la parte riguardante Emma sia la migliore probabilmente di tutto il libro, ma il prezzo pagato per tutto il resto è alto.
Questa saga meritava un finale con un respiro maggiore perché ha veramente tanto da poter raccontare: si può soprassedere sul fatto che per tutto il libro non vi siano mai momenti investigativi, alla fine il sottotitolo del libro non dava adito ad altro: questa sarebbe stata una guerra.
Sembra a tratti che gli autori volessero dare una conclusione alla storia e basta, e qui non è nemmeno una questione di aver perso interesse verso quello che si è creato nel corso degli anni, perché nella parte finale del libro, negli ultimi capitoli si è voluto mettere dei puntini sulle i e dare chiarezza a certe cose, quindi l’amore per l’opera scritta c’è, ma anche qui, tutto troppo veloce e anche forzato in troppi punti; non puoi darmi delle spiegazioni a delle cose lasciate nell’ombra, così, solo per il semplice motivo che le volevi spiegare; a questo punto non le avrei volute sapere, perché in fin dei conti con la trama principale, ormai non c’entravano più nulla e avrei usato quelle pagine per dare più respiro alla conclusione del libro.
Una scelta ben poco riuscita nel complesso, ma spero per il futuro che vi siano altri racconti degli Steambros, in modo da avere una maggiore e completa visione di tutta la storia, perché Nicholas e Melinda Hoyt se lo meritano.
Grazie alle loro indagini, i fratelli Hoyt hanno scoperchiato il vaso di Pandora. Londra è in guerra.
Le crudeli e avide mani di Damaskinos e del suo esercito di metallo mirano al trono della regina Vittoria, ma un manipolo di mercenari gli si oppone eroicamente. Nicholas e Melinda si troveranno al centro del conflitto, scoprendo di non essere da soli nella lotta. Riusciranno a trovare la verità sul destino di Emma? Il loro acume li salverà dal pericoloso despota? Riusciranno ad appianare le loro divergenze, aggravate dagli eventi, evitando un conflitto tra fratelli?
“Ogni vero viaggio presuppone che si accetti l’imprevisto, qualunque esso sia. Anche quello di non essere più ciò che si era prima di partire.”