Amici del Web,
diamo spazio ad un romanzo dal titolo particolare e dalle ambientazioni western.
Sto parlando di VOODOO scritto da Andrea Zanotti e pubblicato con DZ Edizioni: scopriamo insieme di cosa si tratta.
Buona lettura!
La Recensione a cura di Erika Andreani
Il Purgatorio: un luogo monocromatico, un’arida distesa di sabbia infuocata interrotta da piccoli villaggi di catapecchie, boschi di alberi rinsecchiti, montagne oscure e declivi terrificanti. Solo le purpuree Costellazioni degli Evangelisti indicano la via della salvezza alle povere anime che vagano senza scopo apparente. Un mondo in puro stile western, dove il più forte prevarica sul più debole e le “profferte” (le preghiere dei vivi per i defunti), diventano preziosa merce di scambio e gustoso bottino per predoni senza scrupoli.
Nel Regno del Libero Arbitrio le anime sono responsabili del proprio destino: ogni scelta fatta è una mattonella sulla via della redenzione o della dannazione eterna. Ad aiutare i novellini intervengono gli angeli custodi, detti “canarini”, che li proteggono e li introducono alle regole dell’aldilà.
Ma Davide non è così fortunato. La sua guida viene brutalmente “assassinata” al suo arrivo e rimane solo, frastornato e privo di protezione, rischiando di finire nelle mani di una banda di farabutti. In sua difesa arriva Sparviero, un cowboy dai modi spicci e la lingua tagliente, che riesce a portarlo in salvo.
«Sai, ragazzo, i nuovi arrivati sono preziosi. Tu sei prezioso. Finché i tuoi cari saranno affranti e ti penseranno, le preghiere non mancheranno di certo. Sarai una fonte di sostentamento preziosa, finché non ti dimenticheranno. A ogni modo, forse sei il tale che attendeva El Roi.»
In pochi attimi Davide viene trascinato al cospetto di un sacerdote vudù, che lo catapulta in una realtà che mai avrebbe potuto immaginare.
I lunghi capelli sale e pepe, raccolti in trecce rasta che cadono sulle spalle esili, contribuiscono a renderlo assurdamente bizzarro, così come la bombetta bianca che li tiene raccolti. Nel complesso però, devo ammettere che emana un magnetismo profondo, da santone induista.
«Ti stavo aspettando, ora siamo al completo.»
Ecco la prima scelta di Davide: seguire un gruppo di folli e aiutarli nell’impossibile salvataggio di una fanciulla, con la promessa di un biglietto di ritorno per il mondo dei vivi, o rimanere solo e senza aiuto in una terra ostile e sconosciuta?
Ad accompagnarlo in questa avventura ci saranno tre anime perse, ognuna con i propri problemi irrisolti e un nodo spirituale da sciogliere. Tra inseguimenti, battaglie, riti sciamanici e inspiegabili incontri, la posse affronterà un arduo viaggio alla scoperta dei delicati equilibri che dominano il regno dei morti, nella eterna lotta tra bene e male.
L’atto finale e l’incontro con una delle divinità del pantheon vudú metteranno a dura prova le convinzioni e le paure di tutto il gruppo, che scoprirà la verità alla base di qualsiasi magia: ha sempre un prezzo.
Analisi del libro
“Voodoo” è un libro che cerca di approfondire gli aspetti spirituali e morali della morte attraverso il viaggio di trasformazione del protagonista.
L’ambientazione si ispira al Purgatorio dantesco soprattutto per la funzione di base: è il mondo di mezzo, quella terra in cui affrontare il processo di purificazione verso l’ascesa ai cieli o di accettazione della propria dannazione eterna.
«Vedi, Davide, chi giunge in questo luogo ha due possibilità. Cercare di elevarsi per raggiungere il Regno dei Cieli, oppure lasciarsi andare alla deriva. Non tutti sono fatti per la luce di Dio. Chi decide di inseguire l’apoteosi si sottopone a delle penitenze, che assieme alle preghiere dei vivi, le profferte, abbreviano il tempo della purificazione.»
La peculiarità del Mondo del Libero Arbitrio è la possibilità dei defunti di passare l’eternità in modo apparentemente “normale”. Esistono infatti piccoli villaggi con saloon e negozi, in cui le anime possono accontentarsi di un’esistenza – non esistenza del tutto priva di stimoli, emozioni, interazioni e prospettive.
Lo scenario che si apre al lettore è desolante, come solo la morte può esserlo, e governato da principi di varie religioni che affondano le loro radici nello stesso terreno comune: la dualità tra bene e male. Questa è la lotta esterna ed interna che dovrà affrontare la posse di El Roi, personaggio ambivalente, ammaliatore dal grande carisma e macumbeiro dai poteri mistici in grado di evocare i Loah, le divinità vudù, per riuscire a portare a termine la sua missione.
«Vedi, hombre, sei più fortunato di quanto credi. Ti do un’opportunità che poche altre anime hanno avuto dalla notte dei tempi. Se mi aiuterai a compiere la mia misiòn, ebbene ti riporterò con me dall’altra parte, in vita insomma, entiende? E anche se non sei bello come Euridice, io sono più saggio di Orfeo.»
Il testo è in prima persona con qualche sporadica apparizione di un punto di vista esterno, e in genere l’immersione non è molto profonda.
Davide è il perfetto Dante (anche se si tratta di un defunto), alle prese con un viaggio iniziatico profondo e travagliato. La sua costante confusione è spesso condivisa dal lettore, sballottato tra ripetizioni e descrizioni caotiche, uniti all’abbondanza di gerundi e aggettivi (a volte superflui o persino in contraddizione tra loro).
Le emozioni dei personaggi principali non sono descritte o approfondite tanto da coinvolgere il lettore nel loro processo di trasformazione e/o resistenza (soprattutto in un libro con un subplot basato sulla reazione alla morte e l’accettazione dei propri “peccati”). La loro interiorità rimane sottotraccia e personaggi potenzialmente molto accattivanti risultano distanti, quasi delle ombre.
Il lessico e i dialoghi in genere sono coerenti, con una piccola eccezione per il macumbeiro.
El Roi è intrigante anche grazie al parlato con inflessione spagnola, peccato che ogni tanto l’autore gli metta in bocca parole un pò troppo elaborate.
«Sveglia, amigo, siamo arrivati. Meglio non eccedere con i viaggi astrali, soprattutto se questo è il tuo primo cimento.»
Inoltre ci sono tratti della trama nebulosi: un esempio è la descrizione della fuga iniziale.
«Mierda, è già qui!» sbotta El Roi voltandosi a osservare la scena, il sigaro che gli sfugge dalle labbra carnose. Si alza sulle gambette scarne e raggiunge i due giovani seduti a cassetta, rischiando di venire sbalzato oltre il parapetto del carro che sobbalza, spinto a velocità folle. Lo sento urlare a quello dai lineamenti orientali: «El hijo de puta è qui, hai piazzato l’attrezzo?»
Al lettore non risulta chiaro chi sia il “lui” a cui si rivolge El Roi, nemmeno andando avanti con la lettura (dato che non ricompare in seguito), e in tutto il libro non viene mai menzionato un nemico con una precisa identità, ma solo attori generici legati a questa o quella fazione dell’oltretomba.
Il conflitto interiore di Davide si intreccia con il tessuto della storia e la sua maturazione è seguita passo passo fino al compimento, che avviene in un finale rivelatore ben strutturato e appassionante.
Certo, così come in vita, anche nella morte il problema è sempre lo stesso, essere pronti a giustificare tutto accettando di non avere alternative. Pare che gli uomini non siano in grado di imparare nulla, neanche quando ci vengono concesse le seconde occasioni. Allora avanziamo ancora, imperterriti e stolti, fino a quella che potrebbe essere la tomba della nostra anima.
“Voodoo” è un libro dalle grandi potenzialità rimaste latenti.
L’ambientazione western ricca di riferimenti a svariate religioni (di cui una esotica come quella vudù), la connessione emotiva con i personaggi e molti altri aspetti originali e accattivanti avrebbero meritato maggiore attenzione e spazio, oltre a una introspezione più profonda.
Come ci è finito in quel saloon, e perché quel bruto col cappellaccio da cowboy lo sta aggredendo? Davide non ricorda nulla, né ha il tempo per rifletterci. Certo il cielo grigio nel quale brillano costellazioni rosse sangue non promette nulla di buono.
Possibile che quel luogo alieno sia realmente l’oltretomba, un dannato purgatorio-western, così come gli vogliono far credere i bizzarri componenti del gruppo capeggiato dallo stregone voodoo che lo salvano dalle grinfie del suo aguzzino?
Un macumbeiro al soldo di un Dio avvolto dall’anonimato, che gli promette, niente meno, di poter tornare alla sua vecchia vita e dai propri cari.
Ogni atto magico però necessita di adeguate offerte di sangue, e Davide lo scoprirà a proprie spese, trovandosi innanzi a scelte che determineranno il futuro della sua stessa anima.