a cura di Francesco Bignardelli
Salve a tutti lettori ed eccoci per una nuova recensione.
Oggi si parla della “Cospirazione degli involuti” di Max Penna, edito in precedenza autoprodotto, e ora pubblicato con Saga Edizioni: buona lettura!
Ci ritroviamo ancora una volta tra le mani un libro di fantascienza: dell’autore e della casa editrice non abbiamo finora parlato quindi credo sia meglio addentrarci subito nel libro e nel mio commento.
La lettura di questo romanzo è molto scorrevole, i miei complimenti all’autore sulla capacità di presa della storia; fin dalle prime pagine ti poni delle domande, ti chiedi delle cose e rimani attaccato alla lettura pagina dopo pagina: per essere un libro di 300 pagine, l’ho finito in quattro giorni circa.
Le prime pagine della storia mi hanno colpito particolarmente in modo positivo: pareva infatti che il racconto potesse prendere una piega molto intricata e misteriosa; sfortunatamente, però, sono rimasto con l’amaro in bocca subito dopo e il libro è via via peggiorato in molte cose.
ATTENZIONE -> Informo fin da ora che per il resto dei commenti farò vari spoiler del libro, me ne dispiaccio ma per far capire i punti critici della storia devo farlo.
Io continuo a trovarmi davanti a delle difficoltà oggettive (e questo libro me le ha fatte aumentare) e a chiedermi perché voler indicare un genere di racconto se poi si esce totalmente fuori tema.
Intendiamoci: non mi aspetto che tutti i romanzi siano uguali, che tutti seguano dei canoni fissi e basta; mi fa piacere quando si esce dai binari e si crea qualcosa di nuovo in quello stesso genere, vorrei che rimanesse qualcosa e se io prendo un libro di fantascienza, voglio che si tratti la fantascienza!
Ma partiamo con calma. All’inizio il libro parte molto bene: Michele si trova a Siracusa nel 2012 dove trova un cubo nella soffitta del nonno che lo fa viaggiare nel tempo; è sempre nella stessa casa ma con una tecnologia che appare subito futuristica: la cosa che non va, e che mi lascia perplesso, è che la prima persona che incontra gli dice che si trovano nel 1812.
Significa che Michele ha viaggiato indietro nel tempo di 200 anni, ma invece di essere in un mondo napoleonico, gli oggetti levitano, ed esistono mezzi di trasporto istantanei come il cubo che ha trovato Michele.
Già da qui ci si può porre tantissime domande, che all’inizio nascono nella testa dello stesso protagonista Michele, e quindi ti aspetti che la narrazione prenda piede verso la ricerca di tali risposte; la risposta è no, ma facciamo un altro passo: Michele deve trovare un modo per tornare nel suo tempo, ma per modificare le coordinate sul cubo deve usare dei poteri telepatici; infatti tutta la società umana da quarant’anni ha fatto un balzo evolutivo tale da imparare la telepatia, e questo lo dovrà fare anche Michele. Per farlo, però, deve seguire un corso (ripeto UN SOLO corso universitario) ma qui succede qualcosa; Michele decide di iscriversi ad altri corsi universitari per curiosità.
Da qui in poi tutte le possibili trame che si potevano prendere, crollano!
Per varie pagine all’inizio si ripete che cinquanta o quarant’anni prima è avvenuto un cambiamento totale nella vita umana, e già qui una persona proveniente dal 2012 qualche domanda sul perché non si è nel mondo napoleonico o della restaurazione te le fai, e inizieresti a investigare su questo; no!
Iniziano pagine e pagine di lezione universitaria che possono ancora andar bene se mi parli della telepatia, visto che è fondamentale conoscerla…ma perché dobbiamo sorbirci come lettori pagine intere di lezioni e commenti di ECONOMIA o di FISICA? Cosa danno in più alla trama a quello che avviene nel mondo? Niente, servono solo a rompere l’attenzione del lettore che si aspetta un racconto di fantascienza e servono all’autore per fare dei biechi confronti totalmente di parte con il 2012. Ma questo è un punto a parte; già qui NON VA!
In continuazione il libro non segue una linea chiara e rompe in ripetizione l’andamento di una molle storia di fantascienza con lezioni universitarie, che si possono benissimo saltare nella lettura…così ti credo che la lettura sia scorrevole, perché se salti intere parti di libro non cambia nulla!
Altra nota negativa che dopo un po’ nella lettura si percepisce…molto semplicemente?
Tutta la storia gira su uno sfondo bianco! All’inizio del libro, sempre quelle prime pagine, c’è giusto giusto un primo dettaglio di caratterizzazione del mondo attorno a Michele (c’è il commento infatti del protagonista, nel quale nota come seppur si viva in un mondo futuristico, i vestiti sono rimasti quelli ottocenteschi) c’è solo un problema: tolta questa volta, non verrà più commentato né caratterizzato nulla del mondo in cui si muove il protagonista! L’università dove va, la casa dei parenti, i luoghi dove si troverà a girare e a muoversi per districarsi in mezzo a una storia…più o meno confusa, nessun posto viene narrato, non ci sono caratteristiche dei palazzi delle strade, a malapena delle persone attorno a Michele, nulla, uno sfondo bianco; questo dopo molta lettura rovina ulteriormente l’atmosfera, che si è scorrevole ma niente è caratterizzato!
Avviene anche una storia d’amore nel libro, ma è la storia d’amore meno romantica e descritta che io abbia mai letto; non c’è pathos non è nemmeno un colpo di fulmine, semplicemente lui si innamora, lei si innamora, lui arrivato dal futuro da due giorni sputtana al terzo giorno tutta la sua storia a lei…così perché è amore, ma non c’è una riga descrittiva; molto molto male! Se vuoi attirare un lettore devi saper descrivere e appassionare chi legge a ciò che vuoi raccontare; già la trama traballa, se la tela è bianca veramente tutto il libro diviene a sua volta bianco e senza aspettative di alcun tipo.
Devo essere tristemente sincero, ne avrei altre di cose negative, anche pesanti su come l’autore continui a confrontare questo mondo utopistico con il 2012, criticando a senso unico il mondo da dove proviene, che è quello nostro (si può anche dire all’inizio del libro che l’opera è di fantasia, ma è chiaro che si parla del NOSTRO 2012) dando una visione di una utopia che non sta in piedi è che è in realtà basata su fanatismo, estremismo e devo dire false informazioni al lettore; ma il vero problema che si deve tenere conto è che questo romanzo non ha né capo né coda.
In tutto il libro non viene spiegato come è stato possibile il viaggio nel tempo di Michele; Michele viaggia con un cubo, questo cubo nel 1812 è conosciuto per trasporti spaziali le persone; il cubo di Michele ha lo stesso numero di serie di quello della prima persona che incontra nel 1812, un suo antenato ovvero Giovanni, quindi i cubi sono IDENTICI; Giovanni è un inventore e sta cercando da anni di trasformare il cubo in una macchina che viaggia nel tempo, ergo riuscirà nella sua impresa; bene se i cubi sono identici, perché Giovanni non può modificare telepaticamente il cubo di Michele? Se è vero che funziona solo con specifiche persone (forse la butto li, è passato per eredità a Michele e il cubo funziona solo con lui) chi lo ha modificato mettendo proprio quella data? Il nonno di Michele di cui si parla a inizio libro? E se fosse così, come potrebbe essere passato a Michele se Michele non lo aveva mai visto questo cubo?
A nessuna di queste domande c’è una risposta.
Nel finale invece troviamo almeno un momento legato alla fantascienza dove Michele decide di modificare il corso degli eventi per non far crollare l’utopia che ha trovato e fermare la cospirazione degli involuti; se però lo farà, modificherà la storia e lui non si troverà mai nel 2012 a usare il cubo per tornare indietro nel tempo; questo sarebbe un paradosso, quelle cose che distruggono la realtà; Michele sceglie di rischiare, lo fa. E alle ultime pagine si ritrova nel soffitto nel suo tempo con il cubo in mano; lo rimette a posto e scende dalla soffitta; questo non è un finale, non spiega nulla, NULLA! Non si sa che è successo, tra il paradosso e il finale ci sono due pagine striminzite che non ci dicono nulla ma pare che sia finito in un limbo, ma allora…non lo so e lo ripeto, non ha capo né coda, inizia e non abbiamo risposte su come inizia e finisce allo stesso modo, senza risposte e senza che ci sia rimasto niente di fantascientifico tra le mani.
Bocciato, bocciato su tutti i fronti: il peggior libro del 2022 che ho letto finora, purtroppo.
Ci sono tante cose che non vanno per tutto il libro, ma mi sono già dilungato troppo, e me ne dispiaccio: non è mai bello dover dire cose negative su un testo, ma siccome sono pareri soggettive sono sicuro che chi legge comprenderà che si tratti di un mio punto di vista.
La copia che ho ricevuto in regalo – e ringrazio Saga Edizioni per averci omaggiato – probabilmente ha riportato degli errori di stampa: sono certo siano state fatte le correzioni necessarie per rendere il tutto più piacevolmente leggibile.
Un’antica macchina del tempo si prepara a stravolgere la vita e le certezze di Michele, trasportandolo indietro di 200 anni, in una società evoluta, etica e tecnologicamente molto avanzata. Un mondo ben diverso da quello tramandato dalla memoria storica.
Il protagonista scoprirà, però, una sconcertante verità: lui è un involuto e, come tale, non potrà tornare al suo tempo fino a quando non evolverà. E non è il solo. Come lui, una piccola parte degli abitanti della Terra non è consapevole delle proprie capacità. Sono gli Involuti, una minoranza accolta dal resto della popolazione senza alcuna discriminazione, in attesa del loro salto evolutivo.
Ma qualcuno trama affinché il mondo possa involvere per tornare sotto il controllo di pochi potenti. Michele si avventurerà nei meandri del tempo, estirpando le sue credenze per superare ogni suo limite e sviluppando doti incredibili persino per il popolo evoluto.
Per salvare quella consapevolezza dovrà necessariamente affrontare il più grande dei paradossi temporali.