a cura di Francesco Bignardelli
Amici Lettori, ben trovati a una nuova recensione!
Oggi vi portiamo due storie brevi scritte da Mala Spina e pubblicato in self: si tratta di Testa di Santo, assieme a l’eretico e il rifrullo del diavolo.
Buona lettura!
Ho comprato questo libro a Lucca Città di Carta, incuriosito dall’autrice e interessato al genere: un macabro medioevo in cui scorre il genere Sword and Sorcery che ha sempre uno stile che può appassionare più o meno il lettore.
Penso che le storie con così poche pagine siano rischiose: possono andare molto bene come molto male. Un punto positivo è il non dover spiegare nella storia il panorama della storia stessa: per quello basta veramente la quarta di copertina o guardare il libro e lo stile di scrittura grafica.
Siamo nel rinascimento e siamo a Firenze (o dintorni anche) visto il genere non è il nostro rinascimento, ma è stato romanzato in modo da rendere tutta la storia narrata ben comprensibile.
Ci troviamo in un mondo crudo e macabro, dove cose assurde possono avvenire; qui finisce quello che ci serve sapere, e possiamo concentrarci sulla storia.
I personaggi del libro sono, in poche righe, ben curati e resi concreti, con le loro idee, pensieri e paure. Ovvio non sono parliamo di grandi descrizioni accurate, non sono storie di psicoanalisi, ma abbiamo abbastanza nel racconto per capire perché i personaggi si muovono in un modo o in un altro; due personaggi, uno per storia, sono più curati di tutti (per quanto appariranno pochi altri attori nelle storie) e su questi due si svilupperanno le loro trame.
Narrazione, quindi, che gira su di loro e che non è niente male, anzi: peccato per le poche pagine, perché avrei voluto vedere altro e leggere di più.
La scelta delle trame mi è piaciuta e da lettore mi ha subito preso: sembrano l’incipit o l’introduzione per qualcosa di più ampio di un viaggio o un intrigo con molti bivi e azioni crude e terribili; nel momento in cui c’è apprensione per gli eventi si percepisce la tensione, e come in una storia dell’orrore, non sempre ci si può dire “sani e salvi”.
L’unica cosa che mi è dispiaciuta è la scelta di mettere come prima storia Testa di Santo, per una questione meramente cronologica: questione che in realtà si svia perché precisata, anche questa, nella quarta di copertina, ma con una semplice distrazione si sbaglia. Capisco anche che la prima storia sia più succosa e più lunga delle altre due e che era meglio questa scelta ma, per non fare spoiler, la questione di differenza cronologica all’interno delle due storie si percepisce nitidamente.
Belle storie, seppur molto brevi, tanto che ti fanno salire l’acquolina in bocca. per poi lasciarti senza un poi.
Sono trame ben raccontate e ben scritte: anche la scelta del “contorno” visivo del libro, pagina dopo pagina, mi è piaciuto e spero di leggere altro di questa autrice.
Lupa è una lestofante di prima categoria, ma è una santa in confronto al suo capo, Mezzocorvo.
L’unico modo per uscire dalla banda senza rischiare una lama nelle costole è accettare di aiutarlo in un ultimo colpo: rubare la reliquia di San Miniato.
La cripta del monastero nasconde segreti che non dovrebbero essere rivelati e i briganti avranno a che fare con una maledizione che non ha niente di santo.
Cambiare vita ha un prezzo molto alto da pagare.