La Settimana della Cultura: dal Salone del Libro di Torino al Modena Play.

settimana della cultura

a cura di Francesco Bignardelli

Salve a tutti lettori e bentrovati per questo nuovo resoconto,

ho deciso di dare questo titolo perché ho tante cose da dire e narrare di questi giorni: in effetti non è stato un semplice viaggio solo a Torino o a Modena, ma un giro che è andato a toccare tante cose, dai libri, ai fumetti, dai giochi e alla musica.

Facciamo però il punto: mai come quest’anno ho avuto il privilegio di parlare con tanti artisti, scrittori, editori e creatori di contenuti, mai come in questa settimana mi sono sentito fortunato nel fare quello che faccio potendo conoscere tante diverse realtà.

Ritorniamo a SalTare a Torino!

Tutto è iniziato al Salone Internazionale del Libro di Torino, e come ogni anno ringraziamo Nati Per Scrivere per l’ospitalità per noi del nostro blog.

Sono stati due giorni di giri tra gli stand ascoltando e osservando le proposte, vecchie e nuove, delle varie case editrici e associazioni. Io non so come sia possibile, eppure ogni anno mi pare che il Salone migliori sempre di più; si ha la sensazione che la gente fosse meno, anche se come numeri si sono toccati in totale le 250.000 persone circa, e secondo me sono stati ottimizzati gli spazi rendendo ancora più facile il fluire della gente tra gli stand; nuovi ulteriori spazi in fiera per nuove proposte di eventi, soprattutto per giovani e universitari.

Sono tante le cose belle da vedere e da seguire: molti eventi e presentazioni di libri e molte interviste che hanno scaldato l’ambiente e divertito gli ascoltatori.

È ormai una fiera in cui girano un sacco di soldi e si vede dalla qualità degli stand la pulizia e l’ordine organizzativo; oltre a ciò, ormai è chiaro che gli standisti, per poter attirare il pubblico devono presentarsi bene, mostrare dei tavoli non solo pieni di libri ma si deve studiare lo spazio a disposizione con gadget promozioni e possibilità di incontrare autori e illustratori per firme e/o disegni.

Insomma tanta roba, tante possibilità e tanti, tanti libri interessanti che attirano le tasche di chiunque.

Una cosa che mi ha colpito particolarmente è stato il lunedì, giornata delle scolaresche: sarò banale, ma vedere tanti ragazzi e ragazze delle scuole con shopper pieni di libri e fumetti, felici di girare tra gli stand è stato davvero molto emozionante!

Un nuovo modo di fare Play a Modena.

Non dovete pensare che sia finita qui: dopo aver trascorso tranquilli giorni prima a Novara e poi a Milano, eccomi fresco (circa) e pronto (forse) per il viaggio al festival del gioco a Modena, e qui andiamo a toccare un tasto dolente ma anche importante: sto parlando della settimana della cultura, e alcuni di voi staranno domandandosi “e che c’entra un festival del gioco?” e lo so che vi ponete questa domanda perché per molte persone questa non è cultura.

Non si può passare dal Salone che sta li in alto nell’immaginario empireo culturale, e poi al Play.

Lo so…che state pensando questo, ma so anche bene che state facendo un errore.

Facciamo subito una premessa: so benissimo, parlando solo dal punto di vista dei soldi, che i due eventi sono in due mondi diversi.

Il Salone del Libro è ormai è da 36 anni che esiste ed è quindi qualcosa di stabile, funzionante, è un luogo dove farsi tanta pubblicità, dove i visitatori spendono soldi volentieri.

Modena Play è da “soli” 15 anni che esiste ed è ancora piccola e comunque tocca un certo ti po’ di pubblico e di sponsor.

Detto ciò, per me in questo festival c’è tutto ciò che può stimolare il cervello, imparare sempre qualcosa di nuovo, etc. etc.

Non mi metterò qui a fare l’elenco delle decine di cose che si potevano fare durante tutti e tre i giorni: tavoli per sessioni ovunque, possibilità di testare nuove uscite, possibilità di giocare a un numero non di giochi di società, passando per presentazioni e workshop, incontri creativi dove fare dei brainstorming per ogni ramo dell’ambito ludico; senza contare la possibilità di vedere esposizioni artistiche di wargames o gustarti dei duelli con spade da allenamento; praticamente c’è qualunque cosa!

Per quanto però io trovi il Festival di Modena straordinario e che permetta, al pari del Salone, di parlare, rapportarti e discutere con autori, editori, venditori potendo proporre liberamente con le idee personali, noto che dopo tutti questi anni l’organizzazione dei tavoli, soprattutto dei tavoli del gdr libero, abbia ancora alcune lacune.

In molte cose il Play è migliorato tanto, soprattutto sulla viabilità e il mantenimento di una temperatura media nei padiglioni, senza svenire dal caldo, ma si notano ancora cose che devono essere assolutamente sistemate.

Comunque, se nei prossimi anni si evolverà come fiera, imparando sugli errori e mantenendo le buone idee, potrebbe diventare un festival del gioco con sempre migliori possibilità di proporre al pubblico un palcoscenico culturale importante.

Perché parlare di cultura?

Nel mezzo tra queste due cose, poi ho fatto altro: ho iniziato delle letture dal Salone, ho portato avanti delle interviste che volevo fare da tempo, insomma mi sono immerso in tutto ciò e ho voluto parlarvene, ma  non volevo parlarne tanto per, ma con il fine di avere un riscontro, avere da voi pubblico di lettori dei pareri, a favore o in contrasto da questo mio pensiero, alla mia visione di cosa intendo per cultura e perché sia importante parlarne.

Perché parlare di tutto ciò? Perché sotto sotto, non è mai abbastanza il tempo che si può dedicare alla cultura, in tutte le sue forme e identità; che sia parlare di musica, o che sia parlare di fumetti scrivendo a riguardo un saggio, e forse  mancava qualcosa del genere in Italia, quantomeno per l’importanza che il fumetto sta finalmente avendo.

Oltre a questo, mi fa piacere poter parlare di cultura perché attorno a me sento ogni giorno discorsi attuali che sembrano avvilire le persone giorno dopo giorno: non vorrei sembrare banale con frasi tipo “Sii ottimista”, né voglio dire che basta parlare di queste cose per cancellare i problemi e i guai che abbiamo nel nostro piccolo e grande mondo, come se con la cultura potessimo nasconderci dalla realtà, ma io noto che quando mi infervoro nel parlare di libri, fumetti e quant’altro non solo mi sento bene, ma fa anche piacere alla gente che ti sta accanto; sarà poco, forse, ma è quello che accade.

Parlare di cultura, dei propri hobby e di ciò che ci fa sentire bene fa piacere anche agli altri: ci sono i tempi e i modi, non si deve nemmeno esagerare in questo, soprattutto se si capisce che non è il momento, ma ve lo dico…è una soddisfazione!

Rientri a casa stanco dopo quei giorni che avrebbero dovuto essere di ferie – in totale relax e panciolle, magari! – e hai fatto tutto senza quasi riposarti, ma non potete capire la soddisfazione di quel che si è fatto!

Tanti momenti esaltanti e tante cose di cui parlare: spero di sentire la vostra, soprattutto sulla vostra idea di cultura.

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