Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa – la storia di Andrea Spezzacatena

a cura di Isabella Cavallari

Amiche e Amici del Bosco,
ieri sera sono stata al Cinema con le amiche e abbiamo scelto di guardare il film intitolato IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA, con la regia di Margherita Ferri e uscito nelle sale italiane il 7 novembre 2024.

Il film, tratto dal romanzo “Andrea, oltre il pantalone rosa” scritto da Teresa Manes, la madre di Andrea, racconta la storia di Andrea Spezzacatena: un giovane ragazzo di 15 anni che nel 2012 sceglie di togliersi la vita perché vittima di bullismo e cyberbullismo.

Dal giorno della sua morte, la madre Teresa scende in campo per rompere il silenzio e dire basta a questa forma di violenza: vuole aprire gli occhi a ragazzi e ad adulti, cercando di fare capire loro quanto la libertà e l’ individualità della persona sia importante, soprattutto durante l’adolescenza già di suo delicata per tutti i giovani.

“Le parole che scegliamo di usare possono fare la differenza nella vita degli altri”.

Andrea conosce Christian durante le audizioni per il coro papale restandone immediatamente affascinato: vuoi perché più grande, vuoi perché molto sicuro di sé, chissà.. fatto sta che, quando se lo ritrova in classe a scuola, cercherà di avvicinarlo sino a diventare suo amico.

Tra amici si condivide tempo insieme, ci si lascia andare a certe confidenze certi della fiducia l’uno dell’altro, ma Christian si rivelerà invece essere uno stronzo, come l’amica Sara cerca di ricordare spesso ad Andrea.

Soprattutto quando le confidenze personali rivelate solo a Christian verranno sputtanate all’intera classe.

Inizia così il calvario per Andrea, che di Christian si è fidato.

E sebbene con Sara si sviluppi un’amicizia molto speciale, questa non basterà ad aiutarlo a restare a galla: i genitori si separano, le sensazioni si mescolano tra loro, e le azioni di Christian e dei suoi amici diventano via via sempre più pesanti soprattutto al liceo, dove Andrea si ritrova di nuovo Christian tra i piedi.

E durante il liceo Mamma Teresa compra ad Andrea un paio di pantaloni rossi che, durante un lavaggio sbagliato, stingono e diventano rosa: Andrea li userà lo stesso, e questa sua scelta lo condannerà al drammatico epilogo.

Perché Christian diventa il leader del proprio gruppo e, con una serie di eventi, renderà la vita di Andrea un inferno, e non solamente a scuola.

Il bullismo a scuola c’è. C’è sempre stato. Solo che ora è tutto più complicato.

Il bullismo a scuola c’era già quando andavamo noi.

Sono del 1985 e negli anni novanta ho vissuto (e visto) le peggio cose a scuola.

C’era il branco, c’era il capo, e c’erano le vittime.

Ho visto gente mangiare la terra per cercare di compiacere il leader e farsi ammettere al gruppo. Perché se stavi fuori venivi massacrato. L’unica via era cercare di entrare nel gruppo per evitare e essere protetto.

Venivano lanciati zaini dalle finestre delle aule, ti prendevano l’astuccio e ti spaccavano tutto ciò che era dentro, ti offendevano, ti insultavano, tiravano i capelli alle ragazze o cercavano di palpeggiare tette e sederi.

Ridevano. Loro.
Tu morivi dentro.

Ogni giorno di più. Soprattutto quando gli adulti non ti supportavano.

Andare a scuola diventava una tortura.

All’epoca la cosa iniziava e finiva lì. Sopportavi le ore di scuola, ma poi fuori eri libero.

Ora no. Ora ci sono i social. Ora ci sono i cellulari con la videocamera. Ora vieni filmato e tempo zero mezza scuola lo sa. Il tuo quartiere lo sa. L’intera città lo sa.

E nessuno interviene: se due ragazzi si picchiano nel corridoio della scuola la cosa importante è filmare, non separarli.

Lo so, faccio SPOILER di una scena del film, ma… è quotidianità, purtroppo.

Ed è la cosa che mi fa più rabbia!

Non capisco: due si picchiano, uno cerca di prevaricare sull’altro, e gli altri guardano… ridendo.

Ma che cazzo c’hanno da ridere? Perché nessuno interviene per separarli? Perché guardare che si fanno del male?

Queste sono solo alcune delle reazioni che si sono smosse dentro di me nel guardare questo film: come tanti altri sono stati i pensieri durante la visione.

Ho percepito il dolore, la solitudine e il non essere capiti che deve aver vissuto Andrea, così come sono riuscita a sentire la paura, la rabbia, la spacconeria e la soddisfazione nelle azioni e sul volto di Christian. Anche se non riesco a comprenderlo. Non riesco a capire che gusto si provi nel vedere l’altro in difficoltà. Non riesco ad empatizzare con il cattivo.

Quanto a Sara: credo il suo dolore sia forte tanto quanto quello di Teresa. E me ne dispiaccio molto.

Come si fa a non vedere che il proprio figlio (o migliore amico) soffre e non sta bene? Quanto si è stati ciechi davanti a tutto questo? Perché Andrea ha avuto paura nel dire quello che stava succedendo? Dove ha trovato il coraggio per una scelta così dura e terribile?

Queste e tante altre sono le domande che da ieri girano nel mio cervello: si cercano risposte, che non arriveranno mai.. e affiorano quei ricordi dolorosi di quegli anni difficili, in cui le parole e le azioni altrui hanno lasciato cicatrici invisibili ma, tutt’ora, presenti.

“Le parole sono come vasi di fiori che cadono dai balconi. Se sei fortunato li schivi, ma se sei lento ti prendono in pieno e ti uccidono”.

Il cast scelto per questa straordinaria produzione è composto da:
– Claudia Pandolfi (Teresa Manes)
– Corrado Fortuna (Corrado Spezzacatena)
– Samuele Carrino (Andrea Spezzacatena)
– Sara Ciocca (Sara)
– Andrea Arru (Christian Todi)

Interpretazioni davvero bellissime: non dev’essere stato facile per i giovani attori dover interpretare i protagonisti.

Eppure Andrea ha vissuto di nuovo grazie alla sensibilità di Samuele Carrino mentre l’antagonista, interpretato da Andrea Arru, ha mostrato diverse sfumature interessanti che permettono a chi guarda di cogliere dettagli ed atteggiamenti discutibili e da approfondire.

Vi lasciamo il Trailer


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