a cura di Francesco Bignardelli
Salve a tutti lettori, buon 2025 a tutti!
Apriamo questo nuovo anno con un romanzo intitolato KURNUGIA: scritto da Paolo Capponi e pubblicato dalla casa editrice I.D.E.A.
Vi racconto subito cosa mi è piaciuto.
L’atmosfera cupa di paura e di orrore è forte fin dai primi minuti che si legge questo romanzo, e devo dire che tutte le storie che si intrecciano in questo libro sono legate da questo: paura.
Ma non semplice definizione di paura, ma una paura che vuole essere critica sociale quasi, o comunque critica a certe abitudini conformazioni sociali, che rendono conseguenti le scelte dei personaggi che si muovono per questa casa piena di esperienze negative.
Volendo essere più preciso, uno dei punti che l’autore tocca maggiormente è il tema della famiglia: nella scelta fatta per narrare la storia di questo libro, è nelle famiglie che si annidano più paure, cose dette-non dette, problematiche che, a seconda dei momenti storici o delle famiglie stesse, sono in grado di distruggere delle famiglie o coprirle sotto un tappeto di ipocrita falsità.
L’orrore sta in questo un sudario pieno di oscurità e di cose che di primo impatto fanno male e basta.
La capacità poi dell’autore nell’inscenare tutta la storia l’ho apprezzata molto: questi più punti di vista mescolati assieme, questa scelta molto da “diario” di narrare le storie giorno per giorno, passando da un periodo storico della casa e dei suoi proprietari, senza contare che verso la fine della storia c’è una delle scelte più adatte per un romanzo di tipo investigativo.
Questo semplicemente perché, essendo un investigativo anche come genere, secondo me vi è una parte di indagine che avviene da parte di un personaggio, il quale “mostra” il suo diario con gli appunti di tutta la storia, e se tu nel corso della lettura ti perdi delle info o dei nomi di alcune delle vittime della situazione, ecco che in queste pagine di riassunto della storia trovi tutto aiutandoci così a seguire meglio il tutto. Veramente una scelta stilistica da
promuovere.
Cosa non mi è piaciuto.
Veniamo al punto secondo me più problematico della storia: perché, come ho scritto sopra è una cosa ingegnosa e utile quella di usare gli appunti investigativi per riassumere la storia?
Perché sinceramente in certi punti ti perdi: questo voler cambiare momenti storici diversi non ti aiuta a seguire un filo continuo, senza contare che la trama principale, quella che potremmo definire del tempo presente, si interrompe in punti nei quali non capisci più dove tu abbia lasciato il protagonista.
Purtroppo più di una volta sono dovuto tornare indietro per capire cosa fosse successo a Cosimo, e anche tornando indietro le parti su di lui ad un certo punto sono un po’ meno chiare di altre e io, ahimé, ho faticato un po’.
Nel libro poi ci sono proprio delle pagine di diario: questo diario è di una donna in particolare, dalla quale inizia tutto questo grande vortice di oscurità…
beh ammetto che alcune pagine ho rinunciato a leggerle per un motivo preciso: il font, che vuole chiaramente rappresentare un corsivo a penna di un certo stile e di un altro periodo storico, a tratti è purtroppo poco (o faticosamente) leggibile e rende difficile la comprensione di alcuni passaggi. Peccato.
Infine, avrei chiuso il finale della storia un paio di capitoli prima senza proseguire la storia ATTENZIONE PICCOLO SPOILER con la possessione di Cosimo, visto che non spiega (o magari io non ho ben compreso) il prologo della storia, ed è semplicemente un plus in più che non da nulla in più a quello che già è stato raccontato. Vuoi che Cosimo si vendichi della sua famiglia? Faglielo fare, ma chiudi li, con una vena di oscurità e non con un buon finale pulito? Meglio, secondo me, come cosa. FINE SPOILER
In definitiva.
Intanto una piccola osservazione: è il secondo libro che leggo di I.D.E.A. dove Cosimo si trova in mezzo ai guai… ma che vi avrà mai fatto di male?
Ovviamente scherzo…
Detto questo, è un libro che consiglio (e l’ho fatto nel video Natalizio che trovate sui nostri Social, ndr): in certi punti si perde l’attenzione al fulcro della storia, ma tutto l’insieme regge e pure abbastanza bene.
Forse per qualcuno potrebbe esserci troppa volgarità o forme di violenza pesanti, ma fanno parte di un contesto coerente e servono a rendere chiaro dove sia l’orrore, che non è un orrore solo astratto, ma è soprattutto materiale e reale; qualcosa anche su cui riflettere.
Cosimo va a vivere in un edificio antico di Bologna, obbligato dalla sua famiglia. La sua storia si intreccia con quelle di Angelica, Marianna, i conti Ordalia e un sacerdote che praticò un esorcismo finito in tragedia. Una serie di eventi accaduti in periodi storici diversi, riportati nei diari dei personaggi, ricostruisce un macabro avvenimento che divora uomini e donne ogni quarantadue anni, da più di sei secoli. È facile trovare un nemico in qualcun altro, ma quando il pericolo viene da noi stessi, affrontarlo diventa quasi impossibile, soprattutto quando i tentacoli della paura non ci danno modo di ricordarlo.