Un Angelo Blu Centoventisette di Daniel di Benedetto

Amiche e Amici del Bosco,
oggi diamo spazio alla narrativa e lo facciamo con il romanzo intitolato UN ANGELO BLU CENTOVENTISETTE scritto da Daniel Di Benedetto e pubblicato con ODE Edizioni.

Buona lettura!


Una Centoventisette per unirli tutti

Ebbene sì, una delle protagoniste del libro “Un Angelo Blu Centoventisette” di Daniel è proprio lei: una Fiat 127 blu. E questo è uno dei motivi principali per cui ho divorato questo libro. Anche nella mia gioventù ce n’è stata una, ma a differenza di quella narrata da Daniel, la nostra era gialla. E se chiudo gli occhi, ne sento ancora l’odore della similpelle nel caldo torrido estivo, tra ricordi di viaggi e momenti di vita vissuta.

Questo è solo uno dei tanti punti di connessione con l’autore, Daniel. L’unico autore di narrativa contemporanea che sia mai riuscito a farmi leggere un libro del suo genere. Io sono più da romanzo fantasy, sci-fi, gotico, soprannaturale, giallo, noir, horror… insomma, ciò che di più lontano potrebbe esserci dalla narrativa introspettiva del quotidiano. Ma Daniel è diverso.

Troppa empatia porta a molta immedesimazione. E in questo libro, l’immedesimazione è inevitabile. Se c’è qualcuno in grado di trasmettere emozioni e sensazioni in purezza, questo è Daniel.

Vita, ironia e poesia

Il protagonista del libro è uno scrittore in piena crisi, Gianni. Narrato in prima persona, Gianni ci racconta gli eventi che lo portano non solo a vivere il momento più emozionante della sua vita, ma anche ad affrontare il bilancio della sua esistenza: ciò che ha avuto, ciò che gli è mancato, e quel che ancora potrebbe essere.

Siamo ai limiti della meta-letteratura, lo scrittore che racconta della sua scrittura, perché ben presto questo aspetto passa in secondo piano (Daniel, birbantello, sai usare bene i trucchi del mestiere…). Ciò che lo aspetta è ben altro: un viaggio emotivo attraverso ricordi, incontri e quella Centoventisette blu che diventa simbolo di un passato che ritorna per aprire nuove strade.

Viviamo i momenti di vita di Gianni, della sua compagna Roberta, le loro famiglie, i loro amici. Personaggi che Daniel tratteggia con la maestria di chi sa guardare nell’animo umano, cogliendone fragilità e forza.

Li viviamo con l’intensità che da sempre contraddistingue la prosa di Daniel, al quale ha aggiunto la leggerezza dell’ironia che in più punti fa sorridere e ridere. Come quando Gianni si confronta con la tecnologia o quando descrive le dinamiche familiari con quella precisione che ti fa esclamare: “Ecco, è proprio così!”. Ma Daniel non perde mai il suo vero atout, un marchio di fabbrica: la poesia.

Forse è proprio questo aspetto che mi fa leggere ciò che Daniel scrive.
Io sono arido, asciutto, poco incline alla poesia.
Così, quando la incontro sono come uno che dopo un sacco di tempo si beve un bicchiere di buon vino e ha subito la testa leggera.
Avere poesia, senza risultare melensi o stucchevoli, è un pregio di pochi.
E Daniel è uno di questi.


Ci sono uno scrittore che ha perso l’ispirazione, un test di gravidanza e una 127 blu.
Potrebbe cominciare così la storia di Gianni Inverno, ma potrebbe anche iniziare soltanto con uno scrittore e una 127 blu.
Diventare padre non è certo una passeggiata e se a farlo è un uomo che cerca ispirazione per riempire una pagina bianca, ecco che raccontarsi in un diario può tornare utile. Gianni scrive le sue impressioni, i suoi pensieri e le paure che lo
tormentano.
E poi, c’è la 127…
È lì proprio quando Gianni scopre che diventerà papà.
È lì quando Gianni scrive.
È lì quando Gianni ne ha più bisogno.
E quando la vita inizia a imboccare una nuova strada, la 127 si mette in moto perché il suo compito è finito.
Forse…


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