
a cura di Francesco Bignardelli
Salve a tutti lettori e bentrovati a questa nuova recensione.
Oggi vi presentiamo un romanzo pubblicato da IDEA edizioni e scritto da Arianna Calandra dal titolo “La Bottega delle Anime”.
Cosa mi è piaciuto
Tutte le volte che leggo un romanzo di questa casa editrice trovo conferma su una loro peculiarità, che mi porta a continuare a seguirli nelle loro uscite; il genere o lo stile che si scelgono per una certa storia è solo uno strumento per parlarci delle emozioni umane.
So bene che di norma un romanzo nasce e si sviluppa per farci avere una qualche emozioni, e quindi le emozioni nelle storie che noi leggiamo le possiamo riscontrare; quello che intendo dire è che i romanzi pubblicati da IDEA edizioni hanno come fulcro ogni volta specifiche emozioni, oppure trattano in modo molto chiaro delle reazioni scaturite da queste.
Il confine è molto labile e si comprende questo mio pensiero leggendo ad esempio questo romanzo: già dalla quarta di copertina capisci che il contesto della storia potrebbe essere fantastico, con queste visioni nel sonno di un passato lontano, ma personalmente ritengo ancor più del solito questa scelta un escamotage, per parlarci di depressione, e dei sensi di colpa per scelte o per un destino che ci pare avverso.
Se non ci fosse stato questo lato fantastico e se fosse tutto rilegato alla mente della protagonista, e al suo Io onirico, questa storia non solo funzionerebbe lo stesso, ma sarebbe, sì pesante, ma molto densa.
Questa qualità già da sola basta per dare forza a tutta la storia, che ha una trama comprensibile, degli attori che girano attorno alla protagonista con dei tratti normali, con i loro pregi e difetti, senza contare che aiuta anche la qualità di scrittura dell’autrice, la quale riesce a rendere tutto comprensibile e non troppo pesante.
Cosa non mi piace
Qui spero mi scuserete, ma anticiperò qualcosa della storia, quindi occhio agli spoiler.
Sempre dalla quarta di copertina ci viene detto che Margherita inizia a vedere Loris e il suo passato fiorentino come artista. Nei suoi sogni, ma anche nel corso della storia, verso la seconda metà, queste visioni si scollegano dai sogni in sé.
Ad un certo punto lo switch tra Margherita addormentata e Loris che appare svanisce, ed iniziano ad apparire queste
visioni senza che ci venga detto che la protagonista si sia o meno addormentata, o che dopo una visione, lei si risvegli perché svenuta.
Fortunatamente per me questa cosa succede poche volte: in altri momenti nella seconda parte torna il collegamento sogno-visione e quindi torna ad essere comprensibile.
La conseguenza di ciò, secondo me, è che per il lettore è chiaro come allora, queste visioni siano veramente visioni
“fantastiche” di un passato perso nel tempo, e che rivive veramente solo nelle persone che vedono il quadro della storia.
Io avrei lasciato ancora più dubbio sulla cosa, perché l’idea che sia Margherita a somatizzare i suoi dolori così, esattamente come fa l’inglese Richard, è molto affascinante.
In definitiva…
Parliamo di una gran bella storia, non facile per i temi trattati, e per questo da me molto sentita.
Gran tematica e finale che, secondo me, riflettendoci, accontenta tutti. Una grande storia che consiglio con tutto il cuore.
“La bottega delle anime” narra del potere dell’arte e dell’amore vero, quello in grado di guarire le ferite più profonde. Una storia di coraggio e riscatto, che si muove senza sosta tra la Londra contemporanea e la Firenze dei Medici. Margherita si è lasciata alle spalle l’Italia e i propri problemi, o almeno così sperava. Ora vive a Londra insieme all’eccentrico Richard, cinquantenne amico di famiglia, e lavora come restauratrice presso la National Gallery. La mostra dedicata a Holbein, pittore cinquecentesco, è alle porte quando lei entra in possesso di un dipinto che suppone essere una delle opere perdute dell’artista. Durante il restauro del quadro inizia ad avere strani disturbi del sonno, simili a visioni che la portano a viaggiare nella Firenze del Rinascimento, nei panni di Loris, un aspirante pittore. Cosa le sta accadendo? È il quadro a causare tutto questo?