L’Ultima Strega di Cabotina di Andrea Giuliano Ion Scotta

a cura di Daniela Tresconi

Amiche Lettrici e Amici Lettori,
oggi vi racconto qualcosa dopo aver letto il libro L’ULTIMA STREGA DI CABOTINA, un libro scritto da Andrea Giuliano Ion Scotta e pubblicato da Ali Ribelli.

Buona lettura!


Da dove comincio per raccontarvi per romanzo? Io partirei dal titolo che mai fu più azzeccato, siete mai stati a Triora? Si tratta di un paese nell’entroterra ligure di ponente, noto a tutti come paese delle streghe. Proprio in questo luogo si trova la cabotina, un casolare diroccato dove si si pensava si radunassero le streghe, come recita la lapide voluta dal prelato e studioso di storia locale Padre Francesco Ferraironi. (se volete saperne di più vi lascio il link).

Non so se la scelta dell’autore o dell’editore è collegata a questo luogo. Mi piacerebbe saperlo.

Il romanzo è un horror nato per ragazzi ma in realtà si tratta di una lettura adatta anche per un pubblico più adulto. Lo stile di scrittura è molto cinematografico, soprattutto nella parte in cui devono essere descritte le creature sovrannaturali e i mostri, che necessitano giocoforza di un approccio più aggressivo caratterizzato da una focus visiva e un tempo reale. In sostanza, la storia è raccontata attraverso immagini, azioni, e dialoghi, piuttosto che con descrizioni dettagliate e riflessioni interne. 

Il filo conduttore della storia è il profondo legame di amicizia tra i personaggi, amicizia intesa come un sentimento che salva e consente di superare gli orrori della vita.
L’amicizia all’interno del libro è un sentimento caldo, prezioso per sopravvivere in un mondo freddo, dove le emozioni sono incapaci di fare da ponte tra noi e gli altri.

Quest’amicizia è uno slancio verso il prossimo, forse il più forte che oggi possiamo sperimentare ed è anche quella che consentirà alla nostra sfigata di riemergere dal vortice oscuro della paura.

Un particolare apprezzamento va allo stile della cover: qui i colori si contrappongono alle figure oscure e gli occhi ossessivi che circondano la figura della giovane ragazza. Un paese artificiale che cela dentro le sue mura colorate, paure ancestrali e mostri affamati.


Mi chiamo Lucia Ferri e sono una sfigata. Non ci credi? Come definiresti una ragazza di tredici anni povera in canna che abita in un paese di ricchi, con un sacco di problemi familiari? Giusto, mi sono dimenticata di un piccolo particolare: sono stata aggredita dai mostri e posseduta. Non che mi faccia piacere, ma sono costretta a registrare la mia storia su delle audiocassette, per tramandare l’orrore che ha sconvolto la mia vita perché non so se sopravviverò per raccontarla di nuovo. Hai abbastanza coraggio per ascoltarla? Sono sicura di sì, perciò ti do il benvenuto a Cabotina, dove il male striscia tra le case sotto forma di tentacoli dai mille occhi. Dove nessuno è al sicuro.

Una nube indistinta divenne una mano che lo prese per la gola, l’altra accanto afferrò l’aria come si fa con un lenzuolo e la strappò. Uno squarcio si aprì nell’aria liberando una luce smeraldina e una corrente che risucchiava verso la breccia. Non riuscii a vedere molto tra le lacrime, ma sembrava che fosse come una finestra affacciata su un altro mondo.

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