Carissimi,
le giornate d’autunno sono qualcosa di particolarmente indicate per letture e non solo..
eppure quello che vi propongo oggi è qualcosa che io ho letto due estati fa, in circa tre giorni.. non riuscivo davvero a staccarmi dal libro, apprezzandone ogni frase, ogni parola, ogni pagina..
Sto parlando del famoso Dorian Gray che lo splendido Oscar Wilde affronta nel suo romanzo..
Titolo: Il ritratto di Doryan Gray
Autore: Oscar Wilde
Genere: Fantastico
Formato: Cartaceo
Editore: Newton Compton Editore
Collana: MiniMammut
Pagine: 336
EAN: 9788854165533
Prezzo: 3.31 €
Distributore: Feltrinelli
Recensione:
«La vita morale dell’uomo è il materiale dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di uno strumento imperfetto.»
Londra Vittoriana del XIX secolo, pervasa da una mentalità tipicamente borghese.. Il giovane Doryan Gray, bello da mozzare il fiato, raggiunge la città ereditando la dimora che fu dello zio ormai passato a miglior vita.
Ci vorrà poco a stringere amicizia con il pittore Hallward che, suo malgrado, presenterà al giovane Gray lord Henry Wotton, colui che lo spingerà ad affrontare la vita seguendo uno stile tutto suo.. Ebbene, il pittore, spinto dalla beltà del giovane, riuscirà a ritrarne un quadro che, a detta di molti, è decisamente veritiero e perfettamente identico – o forse persin più bello! – dell’originale. Sarà la lingua biforcuta di Wotton a constatare come il quadro sarà giovane e bello in eterno, mentre il reale Gray diverrà vittima del trascorrere del tempo.. quest’osservazione innesca nel giovane Gray la paura di invecchiare e di imbruttire tanto forte da stipulare una specie di “patto con il demonio”, scegliendo quindi di rimanere eternamente giovane e bello, lasciando sia il quadro a mostrare la decadenza fisica e la corruzione morale del ragazzo.
Wotton manovra bene il suo burattino, gli consente infatti di conoscere il piacere, l’alcol, la bella vita.. Sarà però la storia d’amore – breve ma intensa – con l’attrice di teatro Sybil Vane, terminata con il suicidio della giovane donna, ad iniziare a manomettere il quadro: Dorian, infatti, potrà notare come il dipinto cambi espressioni, disegni smorfie e strani sguardi, come se rappresentasse la sua coscienza dinanzi ad ogni evento feroce od ingiusto compiuto dal ragazzo. Se finora il quadro appariva in bella mostra sul camino del salone di casa, in poco tempo viene relegato in cantina nascosto da chiunque: sarà Hallaward l’unico a scoprire esattamente come siano andate le cose, Dorian infatti gli consentirà di vedere quel dipinto e lo accuserà di averlo ridotto in quel modo.. ma lo ucciderà, in preda ad un attimo di follìa, uno dei tanti dova la ragione ha la peggio sulla pazzia.
C’è un solo modo per porre fine a tutto quello.. ma non sarà immediata la consapevolezza del giovane che, finché può, si godrà ogni momento, sia lucido che irrazionale.
Commento:
La critica letteraria definisce il capolavoro di Oscar Wilde come un elogio vero e proprio al culto della bellezza: Egli, infatti, ritiene doveroso il capovolgimento del principio secondo cui “L’arte imita la vita” affinché possa divenir “La vita imita l’arte”, giacché la vita diventa prodotto e risultato dell’arte stessa. Secondo l’autore, infatti, la visione della vita vista come arte implica da una parte la ricerca del piacere e, dall’altro, impone uno stile di vita disinibito e dissoluto, capace anche di portare allo sfacelo morale.
Nell’intero romanzo questa parte fondamentale è di enorme rilievo: tutto il racconto gira intorno allo splendore del giovane che, a costo di pagare prima o poi un caro prezzo, sceglie di non invecchiare mai, di rimanere perfetto in eterno tanto quanto lo sarebbe un dipinto od una fotografia, che immortala la situazione nell’attimo in cui viene realizzato. Certo non ci arriverebbe da solo, secondo me, se non vi fosse l’animo scaltro di Lord Wotton che, grazie ad aforismi enigmatici e perle di saggezza, tipica di Wilde, cerca di cucire addosso al giovane quell’abito che Egli stesso non è mai riuscito ad indossare, se non per pochi istanti: Wotton, infatti, si dimostra insoddisfatto delle sue scelte e manipolerà il giovane tanto da farlo cadere nella rete che, con cura, gli ha intessuto.
Il testo appartiene ai Classici della letteratura, viene spesso affrontato nei corsi di Italiano alle Superiori.. credo però sia più apprezzabile se letto in altra occasione, con occhio critico, sì da poter notare non solo il discorso del divertimento del giovane e dell’insaziabile ricerca di piacere, ma sia notata la fragilità dell’innocente Dorian che, inesperto, viene involontariamente e stupidamente plagiato da chi si presenta come amico e che, in verità, lo porterà ad una drammatica condizione di vita: a volte fidarsi non è la scelta migliore.
Curiosità:
Oscar Wilde in una lettera ad un suo amico (Ralph Payne) dice: Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere.
Voto: 10/10