“Larvae”, di Maikel Maryn [Recensione]

Amici del Bosco,

a cavallo delle festività Natalizie, tra un turno e l’altro, ho pensato di acquistare un altro romanzo breve scritto da Maikel Maryn per potermi così lasciar cullare dalle sue atmosfere gothic-horror e lasciare che i suoi scritti potessero tenere alta l’attenzione.

Sono andata sul sicuro, lo so… ed effettivamente alcuni passaggi mi hanno deliziato terribilmente.

Il libro in questione s’intitola LARVAE – L’OMBRA DI VENEZIA Vol. 1 ed è qualcosa di molto particolare e coinvolgente al tempo stesso, come già avevo notato nella precedente lettura (clicca quie scopri Luna Nuova ndr).

L’ho riletto in questi giorni, per poter scrivere una recensione il più completo possibile… ecco cosa ne è uscito!

LARVAE – L’OMBRA DI VENEZIA VOL.1

di Maikel Maryn

eBook – 44 pagine – 1,49 €

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Schiavo, assassino, fuggiasco, brigante, contrabbandiere, lo Sçiavo è un uomo senza nome e senza radici, ma cosa può succedere quando l’unico luogo che sente di chiamare casa viene invaso? Cosa vogliono gli uomini silenziosi, avvolti in cappe nere e con i volti celati da maschere inespressive? Chi è La Vergine e cosa c’entra con loro?

Le risposte sono là fuori, nelle tenebre oltre i confini della laguna veneziana…

Larvae è una novelette appartenente alla non-serie GOTHIC HORROR STORY, racconti in cui si mescolano narrativa storica, horror sovrannaturale, magia nera e demonolatria, ettolitri di sangue e sesso esplicito. In questo caso anche un po’ di avventura e faccende di cappa e spada.

E’ risaputo, ormai, quanto io adori lo stile narrativo di Maikel Maryn: in un modo che ancora non riesco a spiegarmi, riesce a mettere insieme le parole tanto da permettere di staccarti dal mondo reale e farti inghiottire dal suo, da cui non riesci a uscire se non quando hai terminato di leggere.

Ci troviamo a Venezia, lo scenario per eccellenza, ed ancora una volta siamo alle prese con quella che dovrebbe sembrare una nottata normale: lo Sçiavo si reca al bordello dove è conosciuto, non tanto per guadagnare una serata hot, quanto per rilassarsi appena.. lì conosce tutti e tutte, consapevole di potersi svagare un poco e stare abbastanza tranquillo. Non è detto debba succedere qualcosa. Non è detto. Eppure qui incontra la Vergine.
Eh… no, non di fatto. Lì non ce ne sono, però Prosa è qualcosa di anomalo: è la rosa bianca tra il mazzo di quelle rosse; spicca tra tutte e la nottata che si regalano è qualcosa che va oltre.

La nota di merito in assoluto di Maikel Maryn va nella scrittura della parte erotica: credo sia semplicemente fantastico.
Basta mutandine bagnate e falli eretti – sì, si trovano ovunque scritti così! – e basta trattati di anatomia! 

Con Maikel Maryn si va oltre: la parte descrittiva è limitata, giusto per far comprendere a chi legge quali siano le azioni, ma il resto è totalmente ‘sensoriale’, come egli stesso precisa quando glielo si chiede. Sì, ne abbiamo parlato in più puntate. A me succede, leggendolo, di avvertire l’appagamento degli amanti; percepirne il respiro affannato, il calore del corpo, la frenesia delle mani nell’esplorare la pelle altrui… fa venir voglia, non so se mi spiego. Di vivere l’attimo. Esattamente. Incuriosisce e stupisce al tempo stesso, coinvolgendo terribilmente. 

Quando invece leggo e trovo mutandine bagnate e erezioni che escono dai pantaloni ecco.. no.
Non mi viene voglia per niente. 😓

Vi lascio un passaggio che a me è piaciuto moltissimo!


ATTENZIONE – ESTRATTO EROTICO – ATTENZIONE

Il calore di quella notte di carne investì il suo volto, il suo odore denso e liquoroso gli invase le narici, facendo inabissare la sua mente. Spinse la sua mole in avanti, seguendo l’invito osceno che gli veniva offerto. La afferrò per i fianchi e la trasse a sé, mentre la sua bocca ne conquistava il sesso rovente. L’istinto guidò le sua labbra contro quelle nascoste di lei, arroventò i suoi baci, spinse la sua lingua ad esplorare ogni parte di quell’anfratto misterioso, ogni piega, ogni sporgenza. E più la sua bocca si cibava di quella carne palpitante, meno si sentiva sfamato. La sentì gemere e contorcersi mentre lui la teneva inchiodata al letto. La tensione salì verso l’apice, lei gli artigliò la nuca come se ci fosse bisogno di trattenerlo e lui si sentì pervadere da una voracità animalesca. Si ritrovò a ringhiare come un orso che spinge il muso in un favo stillante miele.

FINE ESTRATTO


I mostri che questa volta ci troviamo ad affrontare non sono mannari né vampiri: il titolo parla da sé e ci annuncia qualcosa a che fare con i tentacoli. LARVAE, appunto.
Non è scontato, poiché Maikel Maryn riesce a tenerci con il fiato sospeso il giusto per poterci poi rivelare raccapriccianti dettagli di tal guisa…

L’osceno tentacolo si contrasse e tornò a sollevare il suo carico ormai esanime. Lo Sçiavo avrebbe voluto non farlo, ma una forza irresistibile, più forte del terrore stesso, lo spinse a guardare. La cosa era lì, solo per metà fuori dall’acqua, si trascinava sulla secca con l’andatura molle di un verme immane, la sagoma rigonfia, una sorta di ributtante vescica dalla superficie così nera e opaca da risultare confusa, come se assorbisse la poca luce che tentava di illuminarne l’orroe. I tentacoli che gli partivano da quello che era presumibilmente il muso si agitavano di una frenesia oscena. Il cadavere venne sollevato e immerso in fauci gigantesche. Un risucchio che non aveva nulla della masticazione lo accolse. Lo stava letteralmente ingoiando!

Piacevoli e coinvolgenti anche i passaggi di combattimento, utili per permettere al protagonista di cavarsela finché gli è possibile!

Con una padronanza lessicale, grande capacità descrittiva per niente banale, ancora una volta Maikel Maryn non delude: l’ambientazione antica, l’atmosfera gotica e mostruosa, alternata e movimentata da eventi magistralmente gestiti, l’autore ci regala una storia coinvolgente e piacevole, breve ed intensa. 

Sono sempre del parere siano un peccato rimangano in digitale: potrebbe raggiungere più pubblico se fosse stampato, ma chissà che un dì il sogno non diventi realtà!

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