a cura di Daniela Tresconi
Amici Lettori,
in occasione dell’uscita del romanzo DIECI TAZZE A COLAZIONE di Irene Renei, pubblicato con AltreVoci Edizioni proprio ieri, vi proponiamo la nostra recensione.
Buona lettura!
Scalda l’acqua in un pentolino, immergi la bustina con l’infuso, attendi che il vapore sprigioni i profumi di note agrumate e poi versa nella tazza. Mettiti comoda, tieni la tazza fra le mani, come se avessi paura di farla cadere, chiudi gli occhi e prova a guardarti dentro il cuore: sei coraggiosa? Saresti capace di fare un salto nel vuoto senza la promessa che tutto andrà per il verso giusto?
«Dieci tazze a colazione» ti costringe a pensare, proprio come fai la mattina quando sorseggi il tuo caffè o la tua tazza di caffelatte. Mai titolo fu più azzeccato: è proprio la colazione il momento iniziale della tua giornata, quello in cui devi decidere come organizzarti e programmare ogni istante, in qualche modo rischiando, perché non sai se tutto andrà come avevi scelto o se dovrai dare un nuovo assetto ai tuoi programmi.
Irene è una di noi, una donna che corre, sempre in bilico tra caos e organizzazione, in una famiglia che come lei stessa definisce è una «casa giostra», dove si sale e si scende senza un programma preciso. A volte la giostra gira vuota, a volte ci sono moltissimi bambini, spesso si inceppa ma con il tempo tutto procedere. Malgrado tutto, Irene è felice, eppure sente che qualcosa le manca.
Vi è mai capitato di fermarvi a pensare: cosa c’è che non va? Sembra che tutto sia ok, ma il nostro cuore scricchiola e il respiro inciampa, ci vuole coraggio per scavare in fondo e far emergere le insicurezze, le difficoltà e le tristezze che abbiamo sepolto sotto montagne di sorrisi e di «va tutto bene».
E allora devi metterti alla prova, come la nostra protagonista che entra per la prima volta in una casa-famiglia e incontra donne e bambini che spesso hanno fatto del silenzio il loro unico modo di comunicare. Altri che invece ti parlano solo con abbracci che tolgono in fiato e solo lì comprendi che si può essere veramente felici anche con nulla, che quelli che tu definivi problemi erano in realtà degli specchi dietro i quali nascondevi le tue paure e le tue insicurezze.
Dai finalmente una forma al cuore: un pozzo talmente profondo da riempire all’infinito e come racconta l’autrice, ne perdi il controllo: «i figli, naturali e in affido, me lo prendono, lo riempiono, lo fanno scoppiare, lo riparano per romperlo di nuovo e io non posso fare a meno di lasciarglielo tra le mani».
Una grande storia d’amore, d’amicizia, di coraggio, di silenzio, di attesa, di fiducia e di profonda condivisione. Fidarsi dell’altro non è un passo immediato, occorre pazienza e ascolto, ascolto anche di tutte le frasi non dette e dei messaggi che arrivano dai gesti e dallo sguardo.
Se hai voglia di provare a cambiare, a crescere e condividere i tuoi sentimenti, mettendo a nudo anche una parte delle tue fragilità, ti consiglio assolutamente di leggere questo romanzo.
Irene ha una famiglia felice, un rapporto speciale con il marito e due figli meravigliosi, eppure qualcosa le manca. Forse è proprio la consapevolezza di essere fortunata a spingerla verso chi non lo è affatto, per provare quanto meno a bilanciare i conti. Inizia così un percorso di volontariato in una comunità “madre-bambino”, dove scopre la realtà delle famiglie più disastrate: ragazze giovanissime scappate da padri padroni, figli resi problematici dagli abusi e dalla trascuratezza in cui sono cresciuti, tossicodipendenze, ignoranza. È un viaggio doloroso e umanissimo, tra vicende drammatiche e oscure, in cui però riesce ancora a filtrare qualche raggio di speranza: i bambini che nonostante tutto tornano a sorridere, la diffidenza delle mamme che pian piano si scioglie, l’affetto che sboccia. Irene riesce a coinvolgere anche i componenti della sua famiglia, ognuno dei quali diventa volontario a suo modo, e infine apre la porta della sua casa per accogliere altri tre figli in affidamento, e dare così la possibilità a Malika, la madre naturale, di ricostruire le fila di una vita normale.