
a cura di Isabella Cavallari
Amiche Lettrici e Amici Lettori,
oggi vi proponiamo la recensione del romanzo PERFECT DAY, scritto da Romy Hausmann per Giunti Editore: un thriller psicologico dalle sfumature molto particolari… che ora scopriremo insieme.
La Storia
Il romanzo si apre con una scena molto particolare: Ann e suo padre, un filosofo di fama mondiale, stanno per sedersi a tavola per la cena quando improvvisamente incombe la Polizia ed arresta l’uomo, con l’accusa di essere il Killer dei Nastri Rossi.
Da anni, infatti, si indaga sulla morte di dieci bambine che, nei dintorni di Berlino – luogo in cui è ambientato il libro – sono sparite e poi ritrovate uccise, ed i luoghi dei ritrovamenti sono stati tutti segnalati da nastri rossi debitamente messi dal serial killer.
E mentre il professor Walter Lesniak si chiude in un silenzio impenetrabile durante ogni interrogatorio, Ann si trova davanti una situazione pressoché surreale: suo babbo in galera e Lei convinta – avendo vissuto con l’uomo tutta la vita – sia innocente, disposta a tutto pur di dimostrarlo.
L’amore di una figlia verso un padre che si è preso cura di Lei è forte, e Lei non ha dubbi a riguardo.
No, non può essere stato Lui!
Con l’aiuto dell’amica Eva, ritornata in città dopo anni di assenza, inizia così il suo viaggio alla ricerca di indizi, prove, alibi e possibili serial killer.
Riuscirà Ann a scoprire la verità? Davvero il filosofo famoso è un omicida seriale?
Queste sono solamente alcune delle domande che il lettore si pone mentre affronta la storia.
Una storia che inizia in un modo molto brusco, improvviso, forte, e che man mano che si sviluppa rende il tutto ancora più difficile da comprendere.
Il libro
E’ Ann a raccontare la storia, ma al suo racconto si alternano delle voci che tengono alta l’attenzione e la tensione, ma che inizialmente confondono.
Sì, perché quella contraddistinta dal NOI sembra essere la voce del Serial Killer – chiunque esso sia – ma che …e non dico altro, rischiando di fare spoiler!
Ammetto, infatti, che le prime cinquanta pagine mi hanno incuriosito moltissimo: certi passaggi li ho trovati nebulosi, che però si sono schiariti procedendo la lettura.. ed è stato davvero molto piacevole.
Il ritmo della narrazione è accattivante, spigliato, veloce: il mistero si infittisce pagina dopo pagina e richiede davvero di venir risolto da qualcuno, lettore compreso.
Non mancano i colpi di scena, le rivelazioni, i sospetti e… gli spettri della psiche umana: sì, perché all’interno di questo romanzo non solo troveremo elementi di fantasia ben costruiti e precisi allo scopo, ma anche tutta una serie di questioni delicate poiché delicata è la psicologia umana.
Con una scrittura chiara e coinvolgente, ancora una volta Romy Hausmann ci regala una storia di quelle capaci di tenerci incollati alle pagine per pochissimi giorni, tanta è la necessità di scoprire se davvero il filosofo sia colpevole oppure no.
Dieci bambine scomparse nei dintorni di Berlino. Dieci piccoli corpi ritrovati nei boschi, in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati. E un’unica traccia: una serie di fiocchi rossi appesi ai rami degli alberi, che guidano fino al luogo in cui giacciono le vittime. Sono passati quattordici lunghi anni dal primo omicidio e finalmente la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: il filosofo di fama mondiale Walter Lesniak, ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte”. Ma dal momento dell’arresto, quello che un tempo era uno stimato docente universitario, sembra paralizzato dallo shock e aver perduto una delle fondamentali capacità dell’uomo: la parola. Più lui tace, più le cose si complicano. C’è solo una persona che non crede alla sua colpevolezza: sua figlia Ann, determinata a provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo, e a scoprire chi è il vero killer. Un viaggio che la porterà a esplorare i lati più oscuri dell’animo umano.